Fisco Tasse e imposte Andrea Pignataro e il Fisco: accordo storico da 280 milioni

Andrea Pignataro e il Fisco: accordo storico da 280 milioni

Accordo tra Andrea Pignataro e Agenzia delle Entrate: 280 milioni per chiudere il contenzioso fiscale 2013-2023. Soluzione transattiva significativa.

10 Giugno 2025 10:30

Un nuovo capitolo si chiude nella lunga saga fiscale che ha visto protagonista Andrea Pignataro, figura di spicco dell’imprenditoria italiana e fondatore del gruppo Ion. Dopo dieci anni di serrato confronto con l’Agenzia delle Entrate, il secondo uomo più ricco d’Italia secondo Forbes ha scelto la via del compromesso, siglando un accordo che, pur lasciando sul campo molte domande, rappresenta un punto di svolta per il contenzioso che ruotava attorno alla sua residenza fiscale e alle complesse dinamiche delle società estere controllate.

280 milioni di euro. È questa la cifra, ben lontana dalla maxi-contestazione iniziale di 1,2 miliardi, che Pignataro verserà per mettere la parola fine a una vertenza che, più che un semplice dissidio tributario, ha assunto negli anni i contorni di un vero e proprio caso di scuola. Una cifra che, per quanto considerevole, non rappresenta né una vittoria né una sconfitta assoluta per le parti in causa, ma piuttosto la soluzione pragmatica a un braccio di ferro che rischiava di protrarsi all’infinito tra aule di tribunale e carte bollate.

Andrea Pignataro chiude con il Fisco: intesa su residenza e società estere

Il cuore della disputa, come spesso accade nei grandi contenziosi fiscali internazionali, era rappresentato dalla residenza fiscale di Pignataro. Nonostante l’imprenditore viva all’estero da oltre trent’anni, per il fisco italiano la sua presenza all’interno dei confini nazionali, anche solo sotto il profilo degli interessi economici e familiari, avrebbe giustificato l’assoggettamento alle regole tributarie nostrane. Un terreno scivoloso, su cui la stessa giurisprudenza, sia nazionale che europea, si è più volte divisa, alimentando una giungla interpretativa in cui ogni dettaglio può fare la differenza.

Non meno rilevante, in questa intricata vicenda, il tema delle società estere controllate (CFC) e della ristrutturazione contabile che ha interessato il gruppo Ion nel 2022. Un’operazione che, agli occhi dell’Agenzia delle Entrate, avrebbe potuto celare strategie elusive, ma che la difesa dell’imprenditore – affidata allo studio Facchini Rossi Michelutti – ha sempre descritto come perfettamente legittima e conforme alle normative vigenti. Il risultato? Un accordo che, come sottolineato dai legali, non implica alcun riconoscimento di evasione fiscale, ma si configura come una scelta di buon senso, tesa a evitare l’incertezza e i costi di un interminabile processo giudiziario.

Caso Pignataro: risolta la vertenza fiscale con un versamento record

Non va sottovalutato il clima di collaborazione istituzionale che ha accompagnato la definizione dell’intesa. L’Agenzia delle Entrate, da parte sua, ha scelto di rinunciare all’applicazione delle sanzioni, un gesto che testimonia la volontà di favorire la chiusura del contenzioso senza alimentare inutili tensioni. D’altro canto, la recente circolare n. 20/2024 della stessa Agenzia ha ammesso – con rara franchezza – le incertezze interpretative che hanno caratterizzato la normativa sulla residenza fiscale negli ultimi anni, lasciando intendere che il caso Pignataro potrebbe non essere l’ultimo di una lunga serie.

In questo scenario, il precedente creato dalla vicenda assume una portata che va ben oltre la singola posizione dell’imprenditore. Il messaggio che ne esce rafforzato è che, anche di fronte a patrimoni di dimensioni eccezionali e a operazioni societarie di respiro internazionale, il dialogo tra contribuente e amministrazione fiscale può portare a soluzioni condivise, capaci di garantire certezza del diritto e stabilità agli operatori economici. Un esempio, insomma, di come la complessità delle regole possa essere gestita non solo a colpi di ricorsi e sentenze, ma anche attraverso un confronto costruttivo e orientato alla ricerca di equilibrio.

Resta da vedere quale sarà l’impatto di questo accordo sulle future strategie di controllo e accertamento dell’Agenzia delle Entrate nei confronti dei grandi contribuenti. Di certo, la vicenda di Andrea Pignataro e del gruppo Ion si candida a diventare un punto di riferimento per chi, nel mondo della finanza e dell’impresa, si trova a navigare nelle acque agitate della fiscalità internazionale. Una storia che dimostra, ancora una volta, come dietro i numeri si nascondano spesso scelte di principio e valutazioni di opportunità, in un equilibrio sempre precario tra interesse pubblico e tutela delle ragioni del contribuente.

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