Trasporti, scioperi a luglio: giorni di disagi
Scopri le date e gli impatti degli scioperi nei trasporti in Italia a luglio 2025. Effetti su turismo, logistica ed economia nazionale.
Fonte immagine: ansa
L’estate si preannuncia rovente non solo per le temperature, ma anche per la situazione degli scioperi dei trasporti che, nel cuore di luglio 2025, rischiano di paralizzare la mobilità italiana proprio quando milioni di viaggiatori affollano le nostre città e località turistiche.
Le proteste annunciate coinvolgono l’intero comparto, minando la stabilità di un settore già sotto pressione e sollevando interrogativi sull’impatto che questi disagi potranno avere sull’intero tessuto economico nazionale.
Un calendario di scioperi che mette a dura prova il sistema a luglio
La miccia si accende il 7-8 luglio, quando il personale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e il trasporto merci su rotaia si fermeranno per ben 21 ore, rivendicando con forza condizioni contrattuali più eque e la nascita di un contratto unico di settore.
E come spesso accade in questi casi, non si fa in tempo a tirare un sospiro di sollievo che, il 10 luglio, tocca al comparto aereo fermarsi: addetti ai bagagli, autisti e personale di sicurezza negli scali di Milano, Venezia, Napoli e Cagliari incroceranno le braccia, con una nuova ondata di scioperi già in programma per il 26 luglio.
Con questi scioperi il quadro si complica ulteriormente con le agitazioni a livello regionale: Sicilia, Lombardia e Liguria vedranno blocchi nei servizi di trasporto pubblico locale e ferroviario, mentre in Piemonte, Valle d’Aosta e Milano lo stop coinvolgerà direttamente il personale di Trenitalia e RFI tra il 20 e il 21 luglio. Un vero e proprio domino di proteste che rischia di lasciare a piedi migliaia di utenti e lavoratori.
Ripercussioni a catena su turismo ed economia
Non è solo la mobilità a finire sotto scacco: gli effetti di questa ondata di scioperi a lugliosi fanno sentire ben oltre le stazioni e gli aeroporti. Il settore turistico, in particolare, teme un drastico calo delle presenze, con possibili ricadute pesanti su strutture ricettive e ristorazione.
Il danno economico rischia di essere doppio: da un lato la perdita di clienti, dall’altro l’aumento dei costi operativi per la logistica, che dovrà fronteggiare ritardi nelle consegne e maggiori difficoltà nella gestione delle merci. Tutto questo, proprio mentre l’Italia cerca di capitalizzare il boom turistico estivo, rischia di trasformarsi in un boomerang per l’economia trasporti e per il PIL nazionale.
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