Lavoro Vendite online: quando è obbligatorio aprire la partita IVA?

Vendite online: quando è obbligatorio aprire la partita IVA?

Guida pratica alla Partita IVA per vendite online: criteri di abitualità e occasionalità, mito del limite 5.000 euro e obblighi fiscali.

15 Maggio 2025 10:00

Nel mondo delle vendite online, il confine tra hobby e attività commerciale può essere sottile, ma le implicazioni fiscali sono tutt’altro che trascurabili. La normativa italiana, regolata dal D.P.R. 633/1972, stabilisce che l’apertura della partita IVA non dipende da una soglia di ricavi specifica, bensì dalla natura dell’attività svolta. Elementi come la regolarità, l’organizzazione e l’intento commerciale sono fattori chiave per determinare se un’attività sia considerata abituale o occasionale.

Vendite online con o senza partita IVA?

La crescente diffusione delle piattaforme di e-commerce ha trasformato molti hobby in attività vere e proprie, spesso senza che i venditori ne siano pienamente consapevoli. Ad esempio, la credenza comune che al di sotto dei 5.000 euro di ricavi annui non sia necessario aprire una partita IVA è un mito da sfatare. Questa soglia, infatti, riguarda solo l’iscrizione alla Gestione Separata INPS per i lavoratori autonomi occasionali, ma non rappresenta un’esenzione dall’obbligo di partita IVA.

Per il fisco, l’aspetto determinante è la sistematicità con cui si opera. La vendita sporadica di oggetti personali o di poche creazioni artigianali rientra nel campo dell’attività occasionale. Tuttavia, se si gestisce un negozio online con prodotti acquistati per la rivendita, l’attività diventa abituale, e quindi soggetta a obblighi fiscali più stringenti. Tra i segnali che possono indicare la natura professionale di un’attività troviamo la frequenza delle vendite, l’utilizzo di tecniche di marketing e la durata dell’attività nel tempo.

La giurisprudenza italiana ha più volte confermato che anche attività con guadagni modesti possono essere considerate professionali. Una sentenza significativa della Corte d’Appello di Bari ha ribadito che l’abitualità non si basa sui ricavi, ma sulle modalità operative. Questo significa che un’attività ben organizzata, anche con volumi di affari limitati, può essere soggetta all’obbligo di apertura della partita IVA.

Per chi si diletta nelle vendite online, è fondamentale valutare in modo obiettivo la propria attività. Ad esempio, la vendita regolare di prodotti nuovi o l’impiego di strategie pubblicitarie sono segnali che potrebbero far scattare l’obbligo fiscale. Ignorare queste regole non solo espone a sanzioni, ma può compromettere la sostenibilità dell’attività stessa.

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