Fisco Lipe 2025: tutte le scadenze e le novità per le partite IVA

Lipe 2025: tutte le scadenze e le novità per le partite IVA

Approfondisci le scadenze e le istruzioni per le Lipe 2025, con le novità introdotte per le partite IVA e i dettagli sui versamenti trimestrali.

29 Maggio 2025 15:00

Nel complesso panorama fiscale italiano, le comunicazioni trimestrali IVA rappresentano ormai un appuntamento imprescindibile per ogni titolare di partita IVA. Con l’avvicinarsi del 2025, il calendario delle scadenze si presenta con qualche piccola novità, ma senza stravolgimenti radicali: la continuità delle procedure è infatti uno dei tratti salienti di questa stagione fiscale, anche se non mancano innovazioni di rilievo che meritano la giusta attenzione.

Ecco allora tutto quello che occorre sapere sulle Lipe 2025, con un occhio di riguardo alle nuove regole e agli strumenti messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

Scadenze IVA: entro il 3 giugno 2025 si inviano le LIPE

Chi si occupa di adempimenti fiscali sa bene che le scadenze IVA scandiscono il ritmo delle attività amministrative. Per il prossimo anno, le date da cerchiare in rosso sul calendario sono quattro: 3 giugno per il primo trimestre (un leggero slittamento dovuto alla festività della Repubblica), 30 settembre per il secondo, 1° dicembre per il terzo e 2 marzo 2026 per il quarto trimestre.

Nulla di nuovo sotto il sole per quanto riguarda la regola generale: l’invio deve essere effettuato entro il secondo mese successivo al trimestre di riferimento, con la consueta possibilità di posticipare al primo giorno lavorativo utile se la scadenza dovesse cadere in un giorno festivo o nel weekend.

Una particolarità da non trascurare riguarda proprio il quarto trimestre: i contribuenti hanno la possibilità di evitare l’invio della Lipe, a patto che i dati vengano inclusi nella dichiarazione annuale IVA e che questa venga presentata entro il 2 marzo 2026. Una scelta che consente di semplificare gli adempimenti, accorpando in un unico invio i dati dell’ultimo periodo dell’anno e quelli dell’intero esercizio. Per chi preferisce mantenere separate le due comunicazioni, la scadenza della dichiarazione annuale resta fissata al 30 aprile 2025, ma non manca la possibilità di unificare gli obblighi compilando il quadro VP entro febbraio.

Come si mandano le comunicazioni trimestrali IVA

Dal punto di vista tecnico, la trasmissione delle comunicazioni trimestrali IVA non subisce variazioni rispetto agli anni precedenti. Il contribuente deve predisporre un file XML contenente i dati identificativi, le informazioni sulle operazioni IVA del trimestre e gli eventuali dati del dichiarante. Il percorso è ormai ben rodato: si utilizza il software gratuito dell’Agenzia delle Entrate, si appone la firma digitale con la funzione Sigillo, si effettua il controllo tramite il portale Fatture e Corrispettivi e, infine, si procede all’invio telematico.

Un passaggio fondamentale riguarda i crediti IVA derivanti dalla dichiarazione 2024: in questo caso, è indispensabile compilare il quadro VP9 per poter effettuare le compensazioni tramite F24, un aspetto che non va mai sottovalutato per evitare errori o ritardi nei rimborsi.

Novità Lipe per le partite IVA

Tra le novità più interessanti introdotte per le Lipe 2025 spicca senza dubbio l’ampliamento della platea di contribuenti che può accedere alle bozze precompilate delle comunicazioni IVA. Questa innovazione, nata con il Decreto Sostegni del 2021, viene estesa anche a chi effettua liquidazioni trimestrali e a categorie specifiche come produttori agricoli e agriturismi, oltre a includere progressivamente anche soggetti in procedura fallimentare o liquidazione coatta. Si tratta di una vera e propria svolta che mira a ridurre il rischio di errori e a velocizzare le procedure, liberando tempo prezioso per concentrarsi sulle attività principali dell’impresa.

Non meno rilevante è la modifica introdotta dalla recente riforma fiscale che riguarda l’innalzamento della soglia minima per i versamenti IVA: da quest’anno, infatti, il limite passa da 25,82 euro a 100 euro. In altre parole, per importi inferiori a questa cifra non scatta l’obbligo di pagamento, una semplificazione che interessa in particolare le piccole realtà e che contribuisce a snellire ulteriormente la burocrazia.

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