Lavoro Salari e sicurezza: le priorità per il lavoro in Italia

Salari e sicurezza: le priorità per il lavoro in Italia

Scopri le priorità lavorative degli italiani: aumento salari e sicurezza dominano, con differenze tra età e regioni.

31 Maggio 2025 18:00

Nel panorama lavorativo italiano, le priorità sembrano cambiare volto, ma una costante rimane ben salda: la richiesta di aumento dei salari si conferma come il nodo centrale attorno a cui ruotano le aspettative e le preoccupazioni di chi ogni giorno si confronta con le sfide del lavoro.

L’ultima indagine dell’Istituto Piepoli, presentata in occasione del Festival del Lavoro 2025, restituisce un quadro in cui la tensione verso una retribuzione più adeguata si intreccia a doppio filo con il bisogno di maggiore sicurezza sul lavoro, due elementi che ormai rappresentano un vero e proprio mantra tra i lavoratori italiani.

Aumento salari e sicurezza sul lavoro, cosa chiedono davvero i lavoratori italiani

Basta scorrere i dati per rendersi conto che, per il 63% degli intervistati, l’adeguamento delle buste paga non è più solo una speranza, ma una vera e propria esigenza che si fa sentire giorno dopo giorno, specie in un contesto in cui l’inflazione continua a mordere il potere d’acquisto delle famiglie. Non meno importante, e quasi a braccetto con la questione salariale, il tema della sicurezza lavoro, sentito dal 60% degli intervistati: la tutela della propria incolumità e la certezza di poter lavorare in un ambiente protetto non sono più accessori, ma diventano condizioni imprescindibili per guardare al futuro con un minimo di serenità.

Eppure, accanto a queste priorità, altre questioni sembrano perdere quota nella classifica delle preoccupazioni: la crescita occupazionale si ferma al 35%, mentre la riduzione della precarietà raccoglie il 31% delle preferenze. Ancora più in basso, la formazione professionale e l’acquisizione di nuove competenze, rispettivamente al 23% e al 12%. Una gerarchia che, a ben vedere, riflette il clima di incertezza che si respira nel mercato del lavoro, dove la stabilità e la remunerazione sembrano aver soppiantato – almeno per il momento – la voglia di investire in nuovi percorsi di crescita.

Stipendi, sicurezza e territori: ecco cosa preoccupa i lavoratori italiani oggi

Ma il quadro si complica ulteriormente se si guarda alle differenze territoriali e generazionali che attraversano il Paese. Gli over 55, ad esempio, sono quelli che più di tutti alzano la voce quando si parla di salari (66%) e sicurezza (70%), mentre i giovani tra i 18 e i 34 anni sembrano un po’ più disillusi, fermandosi al 56% per entrambe le voci. Una frattura generazionale che si accompagna a una vera e propria mappa delle priorità regionali: nel Nord Ovest, ad esempio, l’attenzione si sposta sulla crescita occupazionale (38%), mentre nel Sud e nelle Isole la lotta alla precarietà raggiunge il 35%, segno che il tessuto economico e sociale di ogni area continua a incidere profondamente sulle aspettative dei lavoratori.

Se si va a scavare sulle cause della perdita di potere d’acquisto, emerge un quadro che non lascia spazio a dubbi: l’inflazione è la principale accusata, chiamata in causa dal 43% degli intervistati. Ma non è sola sul banco degli imputati. La debole crescita economica pesa per il 20%, mentre la riluttanza delle aziende a concedere benefit aggiuntivi e i ritardi nei rinnovi contrattuali raccolgono ciascuno il 12%. Chiude il cerchio l’inefficacia dell’azione sindacale, percepita come insufficiente dal 9% del campione. Insomma, il malessere è diffuso e le responsabilità vengono attribuite a più soggetti: in testa le aziende (46%), seguite dai sindacati (35%), con una percezione ancora più critica nel Nord Est rispetto al Nord Ovest, dove la fiducia nelle rappresentanze sembra reggere un po’ di più.

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