Lavoro Il futuro dei giovani e dell’IA: paura o speranza? Scopri cosa serve davvero

Il futuro dei giovani e dell’IA: paura o speranza? Scopri cosa serve davvero

L'IA sta trasformando il mercato del lavoro, colpendo i giovani della Generazione Z nei ruoli entry-level. Scopri come adattarti alle sfide future.

30 Maggio 2025 18:00

Nel panorama contemporaneo, il dibattito sull’intelligenza artificiale si fa sempre più acceso, soprattutto quando si tratta di analizzare il suo impatto sulla Generazione Z e sulle prospettive di ingresso nel mondo del lavoro.

Sembra quasi che la tecnologia, invece di spalancare nuove porte, stia alzando barriere sempre più alte per chi muove i primi passi nel mercato del lavoro. Ma è davvero così? Proviamo a fare chiarezza, evitando allarmismi ma senza chiudere gli occhi di fronte ai dati.

Generazione Z e IA: l’automazione chiude le porte o apre nuove opportunità?

Il dato che salta subito all’occhio è quello relativo alle assunzioni: nel 2024, le aziende del settore tech hanno ridotto del 25% le opportunità per i neolaureati rispetto all’anno precedente. Un calo che si riflette anche sulle startup, dove la contrazione delle posizioni aperte per chi è senza esperienza si attesta intorno all’11%. E non è un caso: le aziende stanno rivedendo le proprie strategie di recruiting, tagliando soprattutto sui lavoro entry level, ovvero quelle mansioni considerate più facilmente sostituibili da processi automatizzati.

Non è difficile intuire il motivo: le attività ripetitive, standardizzate e a basso valore aggiunto sono il terreno ideale per l’automazione. I sistemi di IA generativa riescono a svolgere questi compiti con una rapidità e una precisione che difficilmente possono essere eguagliate da un essere umano alle prime armi. Non sorprende quindi che colossi come Goldman Sachs e Morgan Stanley abbiano già ridotto il reclutamento di personale junior, in alcuni casi abbassando persino le retribuzioni con la motivazione di un minore carico di lavoro manuale.

Eppure, la medaglia ha anche un’altra faccia. Se da un lato si assiste a una contrazione delle opportunità per chi è all’inizio del percorso, dall’altro cresce la richiesta di figure con esperienza alle spalle. Le aziende tech, ad esempio, hanno incrementato del 27% le assunzioni di professionisti con 2-5 anni di esperienza, mentre le startup segnano un +14% per lo stesso segmento. È il classico paradosso del lavoro: si cercano persone già formate, ma si riducono gli spazi per chi dovrebbe formarsi sul campo. Un vero e proprio circolo vizioso che rischia di lasciare la Generazione Z in un limbo di attesa e incertezza.

Il ruolo chiave dell’intelligenza artificiale

Tuttavia, non tutto è perduto. Guardando con maggiore attenzione, emergono segnali che invitano a non cedere a una visione catastrofista. Un recente sondaggio IBM rivela che ben tre progetti di intelligenza artificiale su quattro non raggiungono il ritorno sull’investimento promesso. E uno studio del National Bureau of Economic Research sottolinea come, almeno per ora, la tecnologia non abbia ancora intaccato in modo significativo i salari o le ore lavorate nei settori più esposti.

Inoltre, molte organizzazioni stanno iniziando a considerare l’intelligenza artificiale non come una minaccia, ma come uno strumento di supporto per i giovani talenti. In ambiti come il marketing e l’assistenza clienti, la tecnologia viene utilizzata per potenziare la produttività, permettendo ai dipendenti di dedicarsi ad attività a più alto valore aggiunto e di acquisire nuove competenze. In altre parole, il futuro non è scritto: tutto dipende da come sapremo sfruttare le opportunità che la trasformazione digitale ci offre.

Proprio per questo, esperti come Demis Hassabis di Google DeepMind consigliano ai giovani di puntare sulle competenze STEM, ma senza trascurare le cosiddette “metacompetenze” – pensiero critico, creatività, adattabilità – che rappresentano un valore aggiunto in un mercato del lavoro sempre più dinamico e imprevedibile. In fondo, se c’è una cosa che l’automazione non potrà mai replicare, è la capacità umana di reinventarsi, di leggere tra le righe, di trovare soluzioni originali ai problemi complessi.

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