Bonus Iscro 2025 per le Partite IVA: requisiti e come fare domanda

In un periodo in cui le incertezze economiche mettono a dura prova la quotidianità di chi lavora in proprio, il bonus Iscro si presenta come una vera e propria boccata d’ossigeno per chi, nonostante gli sforzi, si trova a dover fare i conti con un calo improvviso dei guadagni.

Questo nuovo strumento di sostegno economico, fortemente voluto nell’ambito del Pnrr, rappresenta un segnale tangibile di attenzione verso una categoria spesso dimenticata, ma che costituisce il cuore pulsante del tessuto produttivo italiano.

Chi può davvero accedere al beneficio

Non basta essere titolari di partita IVA per mettere le mani su questo aiuto: il bonus Iscro è pensato esclusivamente per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata INPS, che esercitano l’attività in modo abituale e continuativo. I

l requisito fondamentale? Aver registrato, nell’anno precedente, un reddito professionale inferiore alla metà della media dei tre anni precedenti, senza mai oltrepassare la soglia dei 12.000 euro annui. Attenzione, però: la regolarità contributiva è imprescindibile e non bisogna percepire pensioni dirette o altri sussidi incompatibili.

Quanto spetta e per quanto tempo

L’importo mensile del bonus Iscro viene calcolato come un quarto dell’ultimo reddito dichiarato, ma sempre entro i limiti fissati: mai meno di 250 euro e mai più di 800 euro al mese. Il beneficio si estende per sei mesi consecutivi, offrendo così una copertura temporanea ma preziosa nei momenti di maggiore difficoltà.

È bene sottolineare che questo aiuto non genera contribuzione figurativa e non può essere cumulato con altre forme di sostegno, come NASpI, Dis-Coll, ALAS, assegni di inclusione o indennità per lavoratori dello spettacolo.

Come si presenta la domanda e quando si perde il diritto

La procedura per accedere al bonus Iscro è semplice e si svolge interamente online tramite i servizi telematici dell’INPS. Una volta inviata la richiesta, l’erogazione parte già dal giorno successivo, senza inutili attese.

Tuttavia, il diritto all’indennità può decadere in tre casi ben precisi: cessazione dell’attività autonoma, iscrizione a una gestione previdenziale diversa dalla Gestione Separata INPS o superamento dei limiti di reddito durante il periodo di percezione. Un’opportunità, quindi, da cogliere al volo per chi, in questo momento, sente il bisogno di una mano concreta per non interrompere la propria attività.