Export in frenata ad aprile: ecco le cause
L'export in frenata: tra le cause i dazi USA e le incertezze globali, ma ci sono comunque settori in crescita.
Non è certo un momento facile per l’export italiano: il mese di aprile 2025 segna una brusca frenata che lascia poco spazio alle interpretazioni. In un contesto internazionale sempre più dominato da incertezze e da nuove barriere commerciali, il Made in Italy si trova a dover fare i conti con una realtà che cambia sotto i nostri occhi, tra nuove sfide e vecchie fragilità che riemergono.
Le cifre parlano chiaro: il saldo commerciale scende in picchiata e le esportazioni mostrano il fiato corto, sintomo di un sistema che, per quanto solido, deve ora fare i conti con venti contrari che soffiano da oltreoceano.
Export in frenata: la stretta dei dazi USA e le tensioni globali
Il colpo di freno per l’export non arriva a caso: le nuove politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump, in particolare i dazi USA, hanno messo in seria difficoltà la competitività delle imprese italiane. Se da una parte le esportazioni verso i partner europei fanno segnare un timido +1,5%, dall’altra il dato sulle vendite nei Paesi extra-UE è un vero e proprio campanello d’allarme, con un tonfo del 7%.
In prima linea tra i mercati più colpiti troviamo il Regno Unito, dove il calo raggiunge il 18,8%, seguito a ruota dalla Turchia e dai Paesi Bassi. In questo scenario, la parola d’ordine è incertezza: gli operatori si muovono con il freno a mano tirato, mentre il volume degli scambi, depurato dall’inflazione, arretra di un significativo 3,7%.
Settori in chiaroscuro: tra eccellenze e difficoltà
Eppure, anche in una situazione così complessa, non mancano le note liete. A guidare la carica della resilienza c’è il settore farmaceutico, che registra una crescita a doppia cifra del 30,1%, segno che l’innovazione e la qualità continuano a fare la differenza quando si gioca la partita sui mercati mondiali.
Non meno rilevante la performance del comparto dei metalli di base e, soprattutto, di quello agroalimentare, che si difende con un +4,6%, confermando come la tradizione e la capacità di rinnovarsi siano carte vincenti anche nei momenti di maggiore turbolenza. Sul versante opposto, invece, il bilancio è in rosso per i settori dei mezzi di trasporto, dei prodotti petroliferi e degli autoveicoli, tutti comparti che risentono in modo particolare delle tensioni internazionali e delle nuove barriere commerciali.
Prospettive e strategie per il futuro
Il quadro che emerge da aprile 2025 impone una riflessione profonda: per l’export italiano è il momento di rimettersi in gioco, puntando su innovazione, qualità e diversificazione dei mercati.
Rafforzare la presenza nei settori ad alto valore aggiunto, come il farmaceutico e l’agroalimentare, potrebbe essere la chiave per superare le nuove sfide poste da un contesto globale sempre più frammentato. Solo così il Made in Italy potrà tornare a essere protagonista, trasformando le difficoltà in opportunità di crescita e rilancio.
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