Avvisi bonari concordato preventivo: cosa cambia per le Partite IVA?
Nuove regole per il Concordato Preventivo Biennale: proroga adesione, limiti reddito e tolleranza 60 giorni per avvisi bonari.
Il panorama fiscale italiano si arricchisce di una novità che farà discutere: la recente introduzione di una finestra di tolleranza di 60 giorni per la regolarizzazione degli avvisi bonari nel contesto del Concordato Preventivo Biennale. Una svolta che, a ben vedere, non rappresenta soltanto una semplice modifica normativa, ma un vero e proprio cambio di passo nel rapporto tra fisco e contribuenti.
Chi vive il mondo delle Partite IVA sa bene quanto ogni dettaglio possa fare la differenza tra una gestione serena e un labirinto di incertezze. Con il decreto correttivo del 4 giugno 2025, si aprono dunque scenari inediti e, per certi versi, più favorevoli per chi ogni giorno si confronta con la burocrazia tributaria.
Concordato Preventivo Biennale: la finestra di tolleranza cambia le regole
Fino a ieri, la rigidità delle regole del Concordato Preventivo Biennale lasciava poco spazio all’errore: un solo passo falso sugli avvisi bonari e il contribuente rischiava di perdere in un colpo solo tutti i benefici del regime concordatario. Ora, invece, la musica cambia. Con la nuova normativa, imprese e professionisti avranno ben due mesi di tempo per rimediare a eventuali irregolarità nei pagamenti, senza il timore di decadere immediatamente dal regime agevolato. Un dettaglio? Non proprio. Questa novità introduce una flessibilità che si traduce in respiro per chi si trova, magari per una distrazione o una difficoltà temporanea, a dover fronteggiare un avviso bonario.
Ma cosa cambia, in concreto, con questo decreto correttivo? Anzitutto, la proroga adesione al Concordato Preventivo Biennale slitta dal 31 luglio al 31 settembre, regalando qualche settimana in più per ponderare con attenzione se aderire o meno al regime. Non si tratta solo di una questione di calendario: il tempo in più consente di valutare meglio le proprie prospettive, incrociando dati, proiezioni e magari confrontandosi con il proprio consulente fiscale. Una piccola rivoluzione, se si pensa che, nel nostro Paese, la rincorsa alle scadenze è spesso fonte di ansie e affanni.
Più tempo e più margini per le Partite IVA
Altra novità che merita attenzione riguarda i cosiddetti tetti di reddito. Il decreto, infatti, premia i contribuenti virtuosi, quelli che vantano un punteggio ISA pari o superiore a 8. Per loro, i tetti di reddito concordabili si alzano, offrendo margini più ampi per pianificare la propria fiscalità con maggiore tranquillità. Un riconoscimento, questo, che va nella direzione di premiare chi, nel tempo, ha dimostrato affidabilità e correttezza nei confronti del fisco. Non è poco, soprattutto in un contesto in cui la trasparenza e la regolarità dovrebbero essere sempre valorizzate.
Non mancano, tuttavia, alcune restrizioni. I contribuenti in regime forfettario, infatti, vengono esclusi dalla possibilità di accedere al Concordato Preventivo Biennale. Una scelta che, se da un lato mira a rafforzare la coerenza interna del sistema, dall’altro lascia fuori una platea di professionisti e piccoli imprenditori che, negli ultimi anni, avevano visto nel concordato un’opportunità per stabilizzare il proprio carico fiscale. Una decisione che farà discutere, ma che si inserisce in un quadro di semplificazione e di chiarezza delle regole.
60 giorni per gli avvisi bonari: cosa cambia per le Partite IVA nel 2025
In questa cornice, il Concordato Preventivo Biennale si conferma come uno strumento di grande interesse per le Partite IVA che desiderano pianificare il proprio futuro fiscale con una certa dose di prevedibilità. Il meccanismo resta quello ormai noto: si concorda con l’Agenzia delle Entrate un reddito imponibile fisso per due anni, con la consapevolezza che, se i ricavi effettivi saranno superiori, si continuerà a beneficiare delle agevolazioni, mentre se dovessero essere inferiori, si dovrà comunque versare le imposte sul reddito pattuito. Un impegno vincolante, certo, ma che offre anche la possibilità di evitare sorprese e di costruire una strategia fiscale a medio termine.
Le nuove regole, dunque, vanno lette come un tentativo di rendere il sistema tributario più accessibile e più vicino alle esigenze reali dei contribuenti. La finestra di tolleranza di 60 giorni per gli avvisi bonari rappresenta un segnale di attenzione verso le difficoltà che, talvolta, possono sorgere nella gestione quotidiana degli adempimenti fiscali. Una sorta di “paracadute” che, senza snaturare la serietà dell’impegno concordatario, offre un margine di manovra in più.
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