Lavoro Mamme lavoratrici, il bonus spetta anche alle Partite IVA

Mamme lavoratrici, il bonus spetta anche alle Partite IVA

Bonus mamme 2024-2026: agevolazioni per lavoratrici madri, esoneri contributivi fino a 3.000 euro e contributi diretti per autonome. Dettagli e requisiti.

3 Luglio 2025 09:45

Nel panorama delle misure a sostegno della famiglia, la nuova Legge di Bilancio 2024-2026 si distingue per un intervento che non passa certo inosservato: il bonus mamme. Si tratta di un’agevolazione che, per una volta, va dritta al punto e si traduce in un aiuto concreto per tutte quelle donne che ogni giorno si dividono tra lavoro e figli, con la promessa di alleggerire davvero – e non solo a parole – il peso delle spese quotidiane. Non stiamo parlando di un semplice ritocco, ma di un intervento che, come si suol dire, può fare la differenza, specialmente per chi si trova a dover fare i conti con il bilancio familiare ogni mese.

Un taglio netto ai contributi per chi lavora

La vera novità risiede nell’esonero contributivo totale previsto per le madri lavoratrici con contratto a tempo indeterminato, sia nel pubblico che nel privato. Per il triennio 2024-2026, chi ha almeno tre figli – e il più piccolo sotto i 18 anni – potrà contare su un risparmio che arriva fino a 250 euro mensili (pari a 3.000 euro l’anno). Un vantaggio che, solo per il 2024, viene esteso anche alle madri con due figli, purché il minore abbia meno di 10 anni. E qui il risparmio non è affatto trascurabile: basti pensare che una lavoratrice con uno stipendio di 1.900 euro al mese potrà tenersi in tasca circa 111 euro in più ogni mese. Se lo stipendio sale, il beneficio può toccare il tetto massimo previsto, una vera boccata d’ossigeno in tempi di rincari generalizzati.

Estensione alle autonome: una novità che guarda al futuro

Non meno interessante è l’ampliamento del beneficio alle lavoratrici autonome e alle libere professioniste a partire dal 2025. Qui entra in gioco il contributo diretto INPS: un aiuto di 40 euro al mese (480 euro l’anno) per chi ha almeno due figli, con il più piccolo sotto i 10 anni e un ISEE che non supera i 40.000 euro. Un sostegno che arriva anche in caso di attività lavorativa parziale durante il mese, a conferma della volontà di non lasciare indietro nessuna categoria. E, dettaglio non da poco, il contributo sarà erogato direttamente dall’INPS, evitando lungaggini e passaggi burocratici che spesso scoraggiano chi avrebbe diritto a queste misure.

Come ottenere il beneficio: attenzione ai dettagli

Per accedere alle agevolazioni, è fondamentale comunicare tempestivamente i dati dei figli tramite l’applicativo INPS “Utility Esonero Lavoratrici Madri”. Un passaggio obbligato, perché senza questa comunicazione il beneficio viene revocato. Si tratta quindi di un’opportunità che richiede attenzione e precisione, ma che può davvero rappresentare un punto di svolta per molte famiglie. In definitiva, questa misura segna un passo importante verso il riconoscimento del valore sociale delle madri lavoratrici, offrendo un supporto economico tangibile e immediato a chi ogni giorno tiene insieme lavoro e famiglia con fatica e dedizione.

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