Fisco Caro acqua: bollette in aumento e disservizi al Sud

Caro acqua: bollette in aumento e disservizi al Sud

Scopri l'impatto degli aumenti delle bollette idriche e la crisi del servizio idrico nel Sud Italia. Reti obsolete e investimenti insufficienti.

22 Maggio 2025 17:15

Il Sud Italia si trova ad affrontare una vera e propria emergenza legata ai disservizi idrici, un problema che, tra tariffe in aumento e infrastrutture obsolete, rischia di aggravarsi ulteriormente. Le famiglie italiane, già provate da rincari in diversi settori, vedono le bollette dell’acqua aumentare di anno in anno.

Secondo un’analisi della Uil, nel 2025 la spesa media per una famiglia tipo sarà di 497 euro, segnando un incremento del 5% rispetto all’anno precedente. Un aumento che, nonostante sia più contenuto rispetto ad altre voci di spesa, supera il tasso d’inflazione previsto.

Bollette acqua, le tariffe sono in aumento e i servizi peggiorano

Nel Mezzogiorno, la situazione è particolarmente critica: circa un terzo delle città ha introdotto il razionamento dell’acqua, una misura estrema che riflette le carenze strutturali della rete idrica. Si stima che, a livello nazionale, il 45,5% dell’acqua immessa nelle tubature vada perduta, con picchi drammatici in regioni come Calabria e Sicilia, dove le perdite superano il 50%. Questa inefficienza, che pesa come un macigno sulle risorse disponibili, non è soltanto un problema tecnico ma un indicatore di una gestione inadeguata.

Nonostante le tariffe nel Sud e nelle Isole siano mediamente più basse rispetto al resto del Paese, la spesa media per l’acqua raggiunge comunque i 442 euro annui, con un incremento del 4,49%.

Tuttavia, è al Centro Italia che si registra il costo più elevato, con una media di 681 euro (+3,18%), seguito dal Nord Est (+7,03%) e dal Nord Ovest (+6,45%). In alcune città, come Livorno, Frosinone e Pisa, le famiglie arrivano a pagare oltre 800 euro l’anno, mentre in altre, come Isernia, Milano e Campobasso, i costi si mantengono più contenuti, oscillando tra i 159 e i 276 euro.

Questo quadro evidenzia un paradosso tutto meridionale: le tariffe idriche, seppur inferiori, non si traducono in un miglioramento del servizio. Gli investimenti pro-capite nel Sud sono appena un terzo rispetto a quelli del Centro-Nord, con una media di 30 euro contro i 95. Questa disparità si riflette in infrastrutture fatiscenti e in un accesso limitato ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). La difficoltà nel presentare progetti idonei e la carenza di personale qualificato ostacolano l’accesso a risorse fondamentali per modernizzare il sistema idrico.

Progetti idrici del PNRR in stallo

Le misure previste dal Pnrr per i progetti idrici, che avrebbero dovuto rappresentare una svolta, si trovano spesso in una fase di stallo. Gare deserte, iter burocratici complessi e progetti bloccati stanno impedendo il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Il rischio è quello di innescare un circolo vizioso: senza investimenti adeguati, le perdite idriche aumentano, i servizi peggiorano e i cittadini si trovano a pagare di più per un servizio sempre meno efficiente.

La questione idrica non è solo un problema locale, ma una sfida nazionale che richiede interventi strutturali e una visione a lungo termine. Senza un’azione coordinata e decisa, il divario tra Nord e Sud rischia di ampliarsi ulteriormente, penalizzando milioni di famiglie e compromettendo la sostenibilità di un bene primario come l’acqua. È necessario che le istituzioni, a tutti i livelli, lavorino insieme per garantire un accesso equo e sostenibile alle risorse idriche, investendo in tecnologie innovative e infrastrutture moderne.

 

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