Fisco Casa Quando scenderanno i tassi dei mutui? Cosa conviene tra fisso e variabile

Quando scenderanno i tassi dei mutui? Cosa conviene tra fisso e variabile

Dopo due anni, i mutui a tasso variabile risultano più convenienti del fisso. Scopri le cause e i risparmi.

22 Maggio 2025 16:40

Una nuova dinamica si fa strada nel panorama finanziario italiano: i mutui a tasso variabile tornano finalmente a essere più vantaggiosi rispetto a quelli a tasso fisso. Questo cambiamento, atteso da molti ma giunto con un leggero anticipo, segna un ritorno alle condizioni pre-2022. Oggi, infatti, i mutui a tasso variabile presentano un TAN medio del 2,88% per durate di 20 o 30 anni, mentre il fisso si attesta al 2,98%. Una differenza che, seppur contenuta, riporta in auge una preferenza per la flessibilità del variabile.

Per comprendere meglio questa inversione di tendenza, è utile guardare al contesto storico recente. Nella seconda metà del 2022, la Banca Centrale Europea ha iniziato una serie di rialzi dei tassi per contrastare l’inflazione, portando i tassi variabili a superare il 5% nel 2023. Tuttavia, a partire da ottobre 2023, si è osservato un rallentamento nei tassi fissi, mentre i variabili hanno iniziato una graduale discesa. Il punto di massimo divario si è registrato a marzo 2024, con il variabile al 4,89% e il fisso al 3,03%. Successivamente, i tagli dei tassi BCE di giugno 2024 hanno accelerato il ribasso dei variabili.

Le previsioni sui tassi dei mutui

Guardando al futuro, gli analisti prevedono ulteriori riduzioni per i tassi variabili. A marzo 2025, gli indici Euribor a 1 e 3 mesi sono scesi sotto i valori dell’IRS, anticipando una probabile discesa dei variabili sotto il 2% entro agosto. Le proiezioni parlano di una stabilizzazione intorno all’1,80% entro la fine dell’anno. Parallelamente, le banche hanno iniziato a ridurre gli spread sui mutui variabili, ora allo 0,75%, mentre quelli sui fissi restano fermi allo 0,35%.

In termini pratici, questa situazione si traduce in risparmi concreti per i mutuatari. Per un mutuo di 160.000 euro a 20 anni, la rata mensile con tasso variabile (2,88%) è di 878 euro, contro gli 885 euro del fisso (2,98%). Un risparmio complessivo che supera i 1.900 euro sull’intera durata del mutuo. Rispetto a maggio 2024, quando il TAN medio del variabile era al 4,77%, la differenza è ancora più marcata: allora, la rata era di 1.036 euro, ovvero 158 euro in più al mese. Questo si traduce in circa 38.000 euro di risparmio complessivo per chi opta oggi per il variabile.

Cosa conviene tra tasso fisso e variabile

Nonostante questi numeri, la scelta tra fisso e variabile non è mai banale. Il tasso fisso continua a rappresentare una sicurezza per chi desidera una stabilità a lungo termine, proteggendosi da eventuali futuri rialzi dei tassi. Per chi, invece, è già titolare di un mutuo, la surroga si presenta come un’opportunità interessante: trasferire il mutuo a un altro istituto consente di adeguare le condizioni contrattuali alle nuove dinamiche di mercato senza costi aggiuntivi.

In conclusione, il ritorno dei mutui convenienti a tasso variabile segna un momento importante per il mercato immobiliare e per i consumatori. Tuttavia, la decisione tra fisso e variabile resta strettamente legata alle esigenze personali e alla propensione al rischio di ciascun mutuatario. In un contesto in continua evoluzione, informarsi e valutare con attenzione le proprie opzioni è più che mai fondamentale.

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