Amministratori senza PEC? Multa in arrivo: la scadenza è il 30 giugno
Dal 2025, gli amministratori devono essere dotati di PEC altrimenti saranno soggetti a sanzioni e multe: la scadenza il 30 giugno.
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Dal 2025 si volta pagina: la PEC diventa un tassello imprescindibile per tutti gli amministratori di società. Non è solo una questione di burocrazia, ma una vera e propria rivoluzione digitale che segna un confine netto tra la sfera privata e quella aziendale.
Con questa novità, ogni amministratore dovrà dotarsi di un domicilio digitale individuale, lasciando da parte l’abitudine – ormai superata – di utilizzare la casella aziendale per ogni comunicazione ufficiale. E il cambiamento non riguarda solo le nuove società: anche chi già siede in cda dovrà mettersi in regola, ma con tempi e modalità più flessibili rispetto a quanto inizialmente previsto.
PEC obbligatoria: la nuova disciplina per gli amministratori
Con la Legge di Bilancio 2025, la normativa si fa più stringente e precisa: dal 1° gennaio, la PEC personale non sarà più una scelta, ma un obbligo per chiunque ricopra incarichi in società di capitali o di persone, fatta eccezione per le società semplici, i consorzi e le società consortili.
Per le nuove imprese, l’indicazione del domicilio digitale dovrà avvenire contestualmente alla registrazione presso il Registro delle Imprese. Per le società già operative, invece, la scadenza originaria del 30 giugno 2025 è stata ammorbidita: Unioncamere ha chiarito che non ci sono termini perentori e nessuna sanzione immediata per chi ritarda. Un dettaglio da non sottovalutare: chi amministra più società potrà utilizzare la stessa PEC personale per tutte le cariche, a patto che sia sempre distinta da quella aziendale.
Sanzioni e conseguenze: cosa rischia chi non si adegua
Attenzione però a non prendere la questione sottogamba: la mancata comunicazione del domicilio digitale può costare cara. Le conseguenze vanno dalla sospensione delle pratiche aziendali fino al rigetto delle domande presentate al Registro delle Imprese.
E non è tutto: la sanzione amministrativa prevista oscilla tra 103 e 1.032 euro, ma può essere ridotta a un terzo se si regolarizza la posizione entro 30 giorni dalla scadenza. Un dettaglio di rilievo è che la comunicazione della PEC è esente da imposta di bollo e diritti di segreteria, rendendo la procedura più snella e meno onerosa.
Un passo deciso verso la digitalizzazione
Questa misura, che può sembrare un semplice adempimento, rappresenta in realtà un ulteriore balzo in avanti nella digitalizzazione della pubblica amministrazione. Il nuovo canale di comunicazione diretto tra enti e amministratori società punta a garantire maggiore efficienza e trasparenza, lasciando alle spalle vecchie pratiche e possibili equivoci tra sfera personale e aziendale. In un contesto sempre più orientato all’innovazione, la PEC diventa così uno strumento fondamentale per navigare con sicurezza tra gli obblighi normativi e le esigenze di una governance moderna.
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