Notiziario Notizie Asia Coronavirus, Cina in quarantena. Nike chiude metà negozi, niente più Disneyland a Shanghai e Hong Kong

Coronavirus, Cina in quarantena. Nike chiude metà negozi, niente più Disneyland a Shanghai e Hong Kong

5 Febbraio 2020 13:02

Fuga dalla Cina, e non solo dalla città di Wuhan, focolaio del coronavirus. Continua ad allungarsi la lista delle società che decidono di chiudere, sebbene in misura temporanea, le attività nel paese. Si potrebbe dire che l’intera Cina è ormai in quarantena, isolata dal mondo, anche se nelle ultime ore la speranza di una soluzione più vicina di quanto stimato è stata rinfocolata da alcune indiscrezioni, provenienti sia dal Regno Unito che dalla Cina.

Sky News ha riportato che il team di infezioni alle mucose e di immunologia dell‘Imperial College London guidato dallo scienziato Robin Shattock ha fatto “una scoperta significativa” per ridurre i tempi necessari a rendere disponibile un vaccino contro il coronavirus.

Rumor su una possibile cura contro il coronavirus sono arrivati  anche dalla Cina. In particolare l’emittente China Global Television Network, citando un rapporto del quotidiano cinese Changjiang, ha riferito che i ricercatori della Zhejiang University avrebbero identificato due farmaci che potrebbero combattere il virus.

Il bilancio delle vittime del coronavirus continua, intanto, a salire. le autorità di Shanghai hanno annunciato che tutte le scuole rimarranno chiuse fino alla fine di febbraio. Crollo dei viaggi in treno e aereo interni alla Cina, fino a oltre -88%.  E le multinazionali continuano a fuggire dal paese.  Nike ha chiuso la metà dei suoi punti vendita in Cina, a causa del coronavirus, affermando che il diffondersi del virus avrà un “impatto significativo” sulle sue attività nel paese.”Questa situazione – si legge nel comunicato della società – non era contemplata quando abbiamo fornito la guidance sui risultati del terzo trimestre (fiscale), in occasione della conference call sui risultati del secondo trimestre fiscale”.

“Le dinamiche continuano a evolvere e noi, a seconda di come si evolveranno, continueremo a dare aggiornamenti sugli impatti operativi e finanziari, nella nostra call sul bilancio del terzo trimestre (fiscale)”, si legge ancora nella nota del colosso americano di articoli sportivi. Altro gigante americano attivo in Cina che sta facendo i conti con il diffondersi del virus è Walt-Disney, con il direttore finanziario  Christine McCarthy che ha affermato che, nel caso in cui i  parchi tematici di Hong Kong e Shanghai dovessero rimanere chiusi per due mesi, Disney soffrirebbe una perdita di 175 milioni di dollari. In particolare, ci sarebbe un impatto sugli utili operativi del secondo trimestre, pari a 135 milioni, dalla chiusura di Shanghai Disneyland, e un costo di $40 milioni dovuto alla chiusura di Hong Kong Disneyland.

Decisioni simili sulla chiusura dei negozi sono state prese da Apple, che ha chiuso tutti i negozi e uffici in Cina e, ancora prima, da altri grandi nomi come Ikea e McDonald’s.

A darsela a gambe levate sono anche le compagnie aeree. Nelle ultime ore United Airlines ha annunciato di aver sospeso i voli verso Hong Kong, dopo aver tagliato quelli verso la Cina continentale. La compagnia, con sede a Chicago, ha reso noto che la decisione è stata presa a causa del calo della domanda per queste rotte. La sospensione dei voli verso Hong Kong inizierà l’8 febbraio e durerà fino al 20 febbraio. La sospensione dei voli verso Hong Kong è stata decisa anche da American Airlines, che ha sospeso i voli verso e da Dallas/Fort Worth e Los Angeles fino al 20 febbraio. E intanto rimangono bloccati sulla nave Princess Cruises ben 3700 tra passeggeri e membri dell’equipaggio, dopo che 10 persone sono risultate positive al coronavirus.