Ocse: debito-Pil scenderà solo da 2021 dopo picco oltre 136%. ‘Razionalizzare la spesa’
Basta quota 100; assicurare che il legame tra età pensionabile e aspettativa di vita rimanga; razionalizzare la spesa pubblica. Sono alcune delle ricette che l’Ocse ha consigliato di seguire all’Italia, bocciando di nuovo la misura sulle pensioni tanto voluta dal leader della Lega Matteo Salvini e diventata realtà con il governo M5S-Lega, ormai caduto.
Nell’Economic Outlook dell’ente parigino, si legge che l’Ocse chiede all’Italia del nuovo governo M5S-PD di “applicare revisioni della spesa al fine di razionalizzarla, invertire i cambiamenti nelle regole di prepensionamento che sono stati introdotti nel 2019 e preservare la relazione tra età pensionabile e aspettativa di vita”.
“Attuare la spending review per razionalizzare la spesa, cancellare gli schemi sul pensionamento anticipato introdotti nel 2019 (quota 100) e preservare il legame tra età di pensionamento e aspettative di di vita libererebbe risorse per programmi pubblici più efficienti e per l’equità intergenerazionale”.
Non solo auspici e avvertimenti, però.
La buona notizia è che ora l’Ocse è più ottimista sulle prospettive di crescita dell’Italia che rimangono sempre inchiodate allo zero virgola ma senza necessariamente coincidere con una situazione da encefalogramma piatto.
L’istituto ha rivisto al rialzo le stime sulla crescita del Pil italiano del 2019 a +0,2%, confermando l’espansione al ritmo +0,4% per il 2020. Per il 2021 l’organizzazione prevede un Pil in rialzo dello 0,5%.
Il tasso di disoccupazione, si legge nel rapporto, quest’anno è sceso inoltre al 10% del 2019 rispetto al 10,6% del 2018.
Nel 2020 rimarrà al 10%, per poi risalire al 10,2% nel 2021. “La debolezza della domanda estera e le incertezze persistenti legate alle politiche commerciali globali limiteranno la crescita delle esportazioni, peseranno sugli investimenti, sull’occupazione e sul reddito“, si legge ancora nell’outlook dell’Ocse.
Inoltre, le misure fiscali adottate dal governo con la manovra e la crescita economica minore faranno salire, nel 2019, il rapporto debito-pil al 136%. Il rapporto salirà anche nel 2020 al 136,1%, per iniziare a scendere solo nel 2021, quando calerà al 135,6 per cento.
Il rapporto deficit-Pil è atteso invece stabile al 2,2% nel 2019 e nel 2020 e in flessione al 2% nel 2021.
Peggioramento per il surplus primario, che “scenderà dall’1,3% del Pil nel 2018 e nel 2019 all’1,0% del Pil nel 2020 e nel 2021”.
Cruciale per l’Italia, come ha spiegato la responsabile economista dell’ente Laurence Boone, è “avere certezze e un clima positivo per gli investimenti, non solo pubblici ma anche privati”. Non per niente, gli investimenti saranno sostenuti dalla “minore incertezza della politica interna, da condizioni di finanziamento più facili (rimarcata dunque l’importanza dello spread) e da incentivi fiscali”.
Per i consumi delle famiglie è attesa una “crescita moderata, sostenuta da una stabilizzazione della fiducia dei consumatori e da tagli al cuneo fiscale per molti lavoratori dipendenti”. Boone ha sottolineato che nello studio pubblicato oggi “abbiamo parlato molto di incertezze e penso che questo si applichi anche all’Italia, che vive nel mondo e non è un’isola, e che è stata colpita dall’incertezza generale”. E’ dunque “importante avere una direzione politica chiara e penso che la stiamo vedendo costruire”.