Finanza Notizie Italia Da manovra stangata su immobiliare: non solo imposte registro triplicate, c’è aumento +25% cedolare secca

Da manovra stangata su immobiliare: non solo imposte registro triplicate, c’è aumento +25% cedolare secca

17 Ottobre 2019 09:01

Esplode in Italia la polemica sull’aumento della cedolare secca, deciso dalla legge di bilancio 2020 del governo M5S-PD. La misura è stata confermata dallo stesso ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che, in una lunga intervista rilasciata al Sole 24 Ore in cui ha affrontato diversi dossier – piano Italia Cashless, riduzione pressione fiscale,  presentando una manovra per ridurre le tasse – ha reso noto che sì, la cedolare secca salirà dal 10% al 12,5%: un rialzo, praticamente, pari a +25%.

Gualtieri ha però invitato a guardare questa misura “con più attenzione”. 

“In realtà – ha spiegato – l’aliquota del 10% era temporanea ed era destinata a risalire al 15%. Con il nostro intervento invece la rendiamo strutturale al 12,5%. A ben vedere quindi si tratta di una riduzione e non di un aumento di tasse”.

Le parole di Gualtieri faranno poco per placare l’ira delle associazioni di settore e di molti cittadini italiani.

In primo piano l’affondo arrivato da Confedilizia, che ha ricordato come l’aliquota della cedolare secca sugli affitti abitativi a canone calmierato venga applicata anche alle locazioni degli studenti universitari: si tratta di un’aliquota che, al 10%, è motivata dalla finalità di favorire l’accesso all’abitazione da parte delle famiglie che non possono rivolgersi al libero mercato.

Così poche ore prima della conferma di Gualtieri il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa: “Se il Governo confermerà questa decisione sarebbe un clamoroso autogol. La cedolare sugli affitti calmierati è una misura sociale, condivisa da forze politiche, sindacati inquilini, operatori ed esperti del settore immobiliare. In questi sei anni di applicazione ha garantito un’offerta abitativa estesa, favorendo la mobilità di lavoratori e studenti sul territorio. Inoltre, come rileva la nota di aggiornamento del Def, la cedolare ha determinato una riduzione senza precedenti dell’evasione fiscale nelle locazioni. Insomma, c’è una misura che funziona, apprezzata unanimemente, ad alto impatto sociale: il Governo vuole davvero modificarla in peggio?”

Il Sole 24 Ore fa qualche calcolo, commentando l’aumento della cedolare secca:

“Un aumento della cedolare (anche se, come sembra, verrebbe messa a regime mentre ora scadrebbe a fine 2019 per passare al 15 per cento) potrebbe appesantire gli oneri fiscali: ipotizzando un canone concordato di 500 euro al mese per un appartamento medio in una città capoluogo di provincia, l’imposta salirebbe da 600 euro a 750 euro all’anno. Insomma, 150 euro in più“.

Il danno sarebbe doppio, visto che il decreto delle Infrastrutture del 16 gennaio 2017 che regola il meccanismo dei contratti concordati stabilisce che, in caso di cambiamenti all’aliquota, i proprietari possono rivolgersi a una Commissione formata dall’Autorità giudiziaria, praticamente – sottolinea il quotidiano di Confindustria – una “Commissione di negoziazione paritetica e conciliazione stragiudiziale”, che dovrebbe comunicare alla parti la proposta di un nuovo canone, ovviamente più alto”. Con il rischio di intasare ancora di più i Tribunali.

ASSOCIAZIONI SETTORE INSORGONO CONTRO AUMENTI CEDOLARE SECCA E IMPOSTE REGISTRO

Confedilizia non è stata l’unica associazione di settore a lanciare l’allarme cedolare secca. Lo stesso hanno fatto altre associazioni di proprietà.

Così su Twitter il sindacato inquilini Sunia: “Aumentare la cedolare sugli affitti concordati significherebbe incentivare richieste di aumento per i canoni più bassi e controllati. Esattamente il contrario di quello che serve”.

In più, in quella che viene presentata come la nuova stangata sulla casa, non c’è ‘solo’ la cedolare secca sugli affitti. Nella manovra è presente, infatti, anche la decisione di triplicare l’imposta ipotecaria e catastale sui trasferimenti immobiliari soggetti all’imposta di registro (Prima casa, altri immobili) da euro 50 a euro 150 ciascuna”.

Così Alfredo Zagatti, presidente ASPPI Nazionale, l’associazione che rappresenta gli interessi dei proprietari immobiliari presso le Istituzioni centrali e locali, fra le Associazioni firmatarie della Convenzione Nazionale per i contratti a canone concordato:

“Fra i motivi di allarme la paventata volontà del Governo di portare la cedolare secca sui contratti a canone concordato dal 10% (in scadenza quest’anno) al 12,50% dopo le reiterate promesse di mantenere inalterata l’aliquota fatte da pressoché tutte le forze politiche. Sarebbe una misura che depotenzia uno strumento sociale apprezzato da tutti (proprietari ed inquilini) che in questi anni ha contribuito a calmierare i canoni e a far emergere quote ampie di evasione fiscale. (Tant’è che questa agevolazione ha prodotto una crescita complessiva delle entrate come ampiamente testimoniato in numerosi documenti del Tesoro e dell’Agenzia delle entrate). Il fatto che la rideterminazione dell’aliquota su questi contratti sia accompagnata da una sua stabilizzazione a regime non cancellerebbe il nostro dissenso sulla misura di aumento ove fosse confermata. Resta poi da capire se verrà prorogata come sarebbe necessario la possibilità di stipulare contratti a canone concordato in quei comuni soggetti in passato a calamità naturali come previsto dal Decreto del 2014. Si tratta di centinaia di comuni che, in assenza di proroga vedrebbero cessare il beneficio fiscale dopo anni di vigenza. Se così fosse si andrebbe in direzione contraria rispetto alla necessità di allargare il più possibile l’area dei comuni in cui è possibile e conveniente stipulare contratti a canone concordato. Se queste anticipazioni fossero confermate agiremo nei confronti del Governo e del Parlamento per ottenere le modifiche necessarie chiamando ad un’iniziativa unitaria tutte le associazioni della proprietà e degli inquilini”.

L’opposizione fa sentire alta la sua voce: si parla in generale di stangata sulla casa, con La Verità di Maurizio Belpietro che illustra la “manovra con scasso: furto in casa”.

Le critiche si sprecano. Il Giornale titola l’articolo dedicato alla questione nel modo seguente: “Lo “scippo” nascosto sulla casa Ecco la mazzata sui proprietari”. E c’è chi sottolinea come la casa torni a essere un bancomat.