Scontro nella Fed sui tassi d’interesse: cosa sta succedendo
Il dibattito nella Fed si intensifica: Waller propone un taglio dei tassi a luglio, mentre Powell e il FOMC restano cauti.
Fonte immagine: ansa
Il dibattito sulla direzione della FED (Federal Reserve) si fa sempre più acceso, con le tensioni che si riflettono sia all’interno del board sia nei mercati finanziari. L’attenzione si concentra ora sulle prossime mosse dell’istituto centrale americano, mentre si moltiplicano le pressioni e le aspettative degli investitori in un contesto di grande incertezza economica. In questo scenario, ogni dichiarazione pesa come un macigno e la cautela sembra essere la parola d’ordine, anche se qualche voce fuori dal coro inizia a farsi sentire con più decisione.
Scontro FED, Waller rompe il fronte: spiragli per un taglio dei tassi
Nel cuore del dibattito, la posizione di Christopher Waller spicca per la sua nettezza: “Siamo in una posizione tale per cui potremmo iniziare a tagliare i tassi d’interesse già a luglio“, ha dichiarato il membro del Board of Governors, lanciando un messaggio chiaro e controcorrente rispetto al clima di prudenza che domina la maggioranza del FOMC. Eppure, la sua resta una voce minoritaria: l’ultima riunione del comitato si è chiusa con un voto unanime per il mantenimento dei tassi nell’intervallo 5,25%-5,50%, segno che la fiducia in un cambio di rotta immediato non è condivisa dalla maggioranza dei decisori. L’incertezza, però, serpeggia: il famoso “dot plot” evidenzia una frammentazione senza precedenti, con dieci membri che vedono fino a tre tagli entro l’anno e altri sette che, al contrario, non ne prevedono affatto fino al 2025.
Pressioni politiche e scenario macroeconomico
A complicare ulteriormente il quadro, le pressioni politiche si fanno sentire in modo sempre più marcato. Donald Trump, mai avaro di critiche, torna alla carica contro Jerome Powell, sollecitando un taglio aggressivo dei tassi per alleggerire il peso di un debito federale che sfiora ormai i 36.000 miliardi di dollari. Il presidente della FED, però, non si lascia influenzare e mantiene una linea prudente, ribadendo la necessità di monitorare attentamente l’andamento del mercato lavoro e dell’inflazione prima di procedere con qualsiasi intervento. L’introduzione di nuovi dazi, proposta dallo stesso Trump, aggiunge un ulteriore elemento di incertezza sui tassi d’interesse anche se Waller ne minimizza l’impatto inflazionistico.
Mercati in attesa: scetticismo e segnali di debolezza
Nel frattempo, gli operatori restano con il fiato sospeso. Il CME FedWatch Tool segnala come i mercati siano ancora piuttosto scettici su un taglio dei tassi già a luglio, mentre l’ipotesi di un primo intervento a settembre sembra prendere piede, soprattutto se le condizioni economiche dovessero peggiorare. Un dato che non passa inosservato è l’indice manifatturiero della Fed di Filadelfia, che a giugno resta fermo a -4, segnalando una persistente debolezza economica che potrebbe presto spostare gli equilibri all’interno del FOMC. In un contesto così frammentato, ogni dettaglio assume un peso specifico e la partita sui tassi d’interesse resta tutta da giocare, con la FED chiamata a bilanciare rischi e opportunità in uno scenario globale sempre più complesso.
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