Finanza Personale Caos nei cieli: cosa frena le compagnie aeree

Caos nei cieli: cosa frena le compagnie aeree

Sfide per l'aviazione tra ritardi nelle consegne, difetti tecnici e aumento delle tariffe aeree: cosa frena le compagnie aree.

22 Giugno 2025 09:00

Nel mondo dell’aviazione commerciale, la situazione sta rapidamente assumendo i contorni di una vera e propria emergenza. I ritardi  sulle consegne degli aeromobili sono ormai all’ordine del giorno, e l’intero settore sembra impantanato in una crisi senza precedenti. Le compagnie aeree, che fino a poco tempo fa potevano contare su una crescita costante della flotta e sull’arrivo puntuale dei nuovi velivoli, oggi si trovano costrette a rivedere i propri piani operativi e finanziari, mentre la pressione sui margini aumenta di settimana in settimana.

Compagnie aeree: consegne in stallo e backlog da record

Guardando ai dati, la fotografia è impietosa: nel 2023, i due colossi del settore hanno consegnato appena 1.124 aeromobili, con Boeing che si è fermata a 348 unità e Airbus che, pur toccando quota 776, ha mancato i propri obiettivi. Il vero nodo, però, resta il backlog di ordini inevasi: ben 8.600 per Airbus e 5.595 per Boeing, numeri che lasciano presagire tempi di attesa sempre più lunghi per chi spera di ricevere nuovi velivoli. In questo scenario, la supply chain aeronautica mostra tutte le sue fragilità, incapace di tenere il passo con una domanda che, nonostante tutto, resta elevata. Il risultato? Un mercato bloccato, dove ogni ritardo si traduce in opportunità perse per le compagnie aeree e costi che lievitano senza sosta.

Guasti tecnici e motori sotto accusa

A complicare ulteriormente il quadro ci pensano i problemi motori Pratt Whitney, che hanno colpito in particolare la famiglia degli Airbus A320neo. I difetti riscontrati nei propulsori GTF costringeranno, nei prossimi due anni, alla messa a terra di circa 700 aeromobili, pari al 4% della flotta mondiale di aerei a corridoio singolo. Un vero e proprio colpo di scena, se si considera che la riparazione di un singolo motore può richiedere fino a 350 giorni. Per le compagnie, questo significa non solo minori ricavi – si parla di un milione di dollari al mese per ogni velivolo fermo – ma anche la necessità di mantenere in servizio aerei più vecchi, con tutto ciò che ne consegue in termini di manutenzione e consumi.

Effetti sui prezzi e strategie di sopravvivenza

Tutto questo si riflette, inevitabilmente, sulle tasche dei passeggeri. Nel 2023 si è registrato un aumento tariffe aeree del 12% sui voli internazionali, una crescita che rischia di proseguire anche nei prossimi mesi. Le compagnie aeree, per arginare l’emergenza, si affidano sempre più spesso al leasing di velivoli usati o ai servizi ACMI (aeromobile, equipaggio, manutenzione e assicurazione), nel tentativo di garantire continuità operativa e non perdere terreno rispetto alla concorrenza. Gli analisti, però, sono chiari: la normalità tornerà solo intorno al 2030. Nel frattempo, i produttori emergenti come COMAC ed Embraer potrebbero sfruttare questa fase di stallo per guadagnare terreno e ridefinire gli equilibri di un settore in piena trasformazione.

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