Fisco Tasse e imposte Evasione fiscale, solo 13,5 euro recuperati ogni 100

Evasione fiscale, solo 13,5 euro recuperati ogni 100

In Italia la riscossione dei crediti fiscali si ferma al 13,5%. Analisi dei dati, delle cause e delle strategie per migliorare il recupero dell’evasione.

26 Agosto 2025 09:15

Mentre si alza il sipario su un tema tanto delicato quanto cruciale, emerge con chiarezza la questione dell’evasione fiscale, un fenomeno che assottiglia le risorse pubbliche e perpetua una certa sfiducia nell’equità del sistema.

Secondo i dati più recenti, il Paese riesce a recuperare solo 13,5 euro ogni 100 euro accertati: un risultato che non può certo definirsi soddisfacente. Con oltre 1.153 miliardi di euro di debiti fiscali ancora da incassare, la realtà mostra la persistenza di un sistema di riscossione che fatica a garantire velocità ed efficienza.

È come inseguire un traguardo che si allontana sempre di più, specialmente se si considera che quasi la metà dei debiti è inferiore ai mille euro ma, al contempo, oltre il 70% del valore totale è concentrato in poche grandi posizioni debitorie.

La vastità dei crediti non riscossi

È evidente che i crediti fiscali rappresentino un tema di grande rilievo, se si pensa che ben 23 milioni di contribuenti hanno a carico quasi 290 milioni di posizioni debitorie, con 172 milioni di cartelle esattoriali in sospeso.

Gioca un ruolo fondamentale la Corte dei Conti, che ha evidenziato come la voragine tra ciò che è teoricamente dovuto e ciò che effettivamente si riesce a recuperare resti drammaticamente ampia.

Questa distanza si traduce in minori risorse destinate alla spesa pubblica, con ripercussioni sull’intera collettività. Inoltre, la difficoltà di smaltire i crediti arretrati non permette di imboccare con decisione la strada di una vera equità fiscale, generando un clima di incertezza nei confronti del prelievo tributario.

Riforme parziali e risultati limitati

In tale contesto, l’azione della Agenzia delle Entrate Riscossione ha provato più volte a giocare la carta della rottamazione per alleggerire il carico delle posizioni in essere e favorire i contribuenti con sconti su sanzioni e interessi.

Tuttavia, anche la “rottamazione quater” ha dato risultati altalenanti: ha consentito di incassare circa 6,8 miliardi di euro, a fronte di 5,4 miliardi di omessi versamenti dai contribuenti che pur avevano aderito al beneficio. Questa scelta sembra confermare che misure episodiche e straordinarie, sebbene utili a far emergere temporaneamente le situazioni debitorie, non siano sufficienti per risolvere in modo strutturale una questione tanto radicata.

Le prospettive della nuova delega

Uno spiraglio di rinnovamento potrebbe arrivare con la legge delega 111 2023, che mira a introdurre controlli più efficaci e mirati. L’idea è quella di segmentare i debitori in base alla consistenza dei debiti e alla loro attitudine al pagamento, così da concentrare l’azione di riscossione sulle posizioni di maggiore importo e più a rischio.

L’obiettivo dichiarato è quello di favorire un meccanismo che coniughi efficacia e equità, spingendo chi ha debiti più contenuti, ma molto numerosi, a regolarizzare la propria posizione in tempi più rapidi. Se correttamente attuata, questa riforma potrà forse rappresentare un punto di svolta nell’annoso problema del recupero dei crediti fiscali, riconsegnando alla collettività risorse indispensabili e ristabilendo la fiducia nel sistema.

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