Fisco Arriva il Bonus mamme da 40 euro: cosa cambia

Arriva il Bonus mamme da 40 euro: cosa cambia

Scopri il bonus mamme lavoratrici 2025: a chi spetta, requisiti, importo mensile, esclusioni e come richiederlo secondo il Decreto Omnibus.

16 Agosto 2025 11:30

Il sostegno concreto per le madri italiane prende forma con un nuovo provvedimento volto a ridurre il divario tra vita familiare e professionale. Il bonus mamme, introdotto dal Decreto Omnibus, mira a rendere più agevole la gestione economica delle famiglie con almeno due figli e, al contempo, a dare un impulso al mercato del lavoro femminile.

Secondo le direttive, è previsto un sostegno di 40 euro netti mensili – per un totale di 480 euro annui – erogato in un’unica soluzione a dicembre 2025. Il carattere aggiuntivo di questo intervento risiede anche nell’assenza di oneri fiscali o contributivi, facendo sì che la misura incida positivamente sulla capacità di far convivere responsabilità familiari e professionali.

Bonus mamme: requisiti e limiti di reddito

Per accedere al bonus mamme, occorre possedere un reddito da lavoro annuo non superiore a 40.000 euro, criterio mirato a sostenere soltanto le famiglie con maggior bisogno di aiuto. In particolare, il contributo è destinato alle dipendenti e alle lavoratrici autonome che rientrano in questa soglia reddituale, ma sono escluse alcune categorie come quelle delle lavoratrici domestiche o di coloro che operano in regime forfettario.

L’erogazione, sotto la supervisione dell’INPS, avverrà in un’unica tranche annuale e non sarà soggetta a tassazione fiscale. Inoltre, il bonus non influirà sul calcolo dell’ISEE, sollevando le beneficiarie da ulteriori oneri burocratici e favorendo la crescita dell’occupazione femminile.

Come funzionerà l’erogazione

Un elemento chiave di questo bonus mamme è che la somma di 480 euro verrà esborsata in un’unica tranche nel mese di dicembre 2025, assicurando un sostegno economico utile per le spese di fine anno.

Per richiedere il bonus, è fondamentale rispettare i criteri di età dei figli: con due figli, il minore deve avere meno di dieci anni, mentre con tre o più figli il limite d’età sale a diciotto anni per il più piccolo. Al di fuori di queste condizioni, diverse categorie restano escluse, generando un dibattito sulla necessità di includere anche madri con un solo figlio o quelle con contratti di lavoro atipici.

Il provvedimento ha generato reazioni contrastanti: se da un lato viene accolto come un supporto di rilievo per molte famiglie italiane che affrontano costi crescenti, dall’altro vengono sollevate perplessità in merito alle lavoratrici che non rientrano nelle tipologie ammesse.

Alcuni ritengono che il bonus mamme andrebbe esteso per ricomprendere un maggior numero di beneficiarie, soprattutto quelle che vivono situazioni di precarietà. Nonostante le criticità, questa misura conferma l’intento di promuovere una più ampia partecipazione delle donne alla vita economica del Paese e rendere più agevole la conciliazione tra lavoro e famiglia.

Se in futuro il bonus dovesse essere potenziato e semplificato, potrebbe davvero tradursi in un sostanziale progresso in termini di sostegno familiare e opportunità lavorative per le donne.

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