Lavoro Pensioni Risparmio per il futuro: i fondi pensione battono il TFR nel 2024

Risparmio per il futuro: i fondi pensione battono il TFR nel 2024

I fondi pensione italiani raggiungono 243 miliardi nel 2024, con rendimenti in crescita e strategie di investimento solide. Scopri di più.

26 Giugno 2025 18:00

Nel panorama finanziario italiano, il 2024 si apre con un dato che non può passare inosservato: il patrimonio dei fondi pensione ha raggiunto la cifra record di 243 miliardi di euro. Un traguardo che riflette non solo la crescente fiducia dei risparmiatori nella previdenza complementare, ma anche una solida propensione verso strumenti di investimento percepiti come affidabili e stabili nel tempo.

Questa cifra, pari al 10,8% del PIL nazionale e al 4% delle attività finanziarie delle famiglie, testimonia come il risparmio previdenziale sia ormai diventato un pilastro fondamentale nella gestione delle risorse economiche degli italiani.

Un portafoglio orientato alla sicurezza

Analizzando la composizione degli investimenti, emerge con chiarezza la scelta strategica degli operatori: circa il 38% del patrimonio dei fondi pensione è investito in titoli di Stato, con una predilezione marcata per il debito pubblico italiano.

Questa preferenza per la sicurezza si riflette anche nella distribuzione geografica degli asset, con il 72,9% delle risorse concentrate sul mercato domestico. Un approccio che privilegia la protezione del capitale e la stabilità, anche a costo di rinunciare a una maggiore diversificazione internazionale. La scelta di puntare sui titoli di Stato si rivela una strategia rassicurante, soprattutto in un contesto economico dove le incertezze non mancano mai.

Rendimenti: 2024, un anno da incorniciare

Sul fronte dei rendimenti dei fondi pensione, il 2024 si è rivelato particolarmente generoso. I fondi negoziali hanno messo a segno un rendimento netto del 6%, distanziando nettamente la rivalutazione del TFR ferma all’1,9%. Ancora meglio hanno fatto i fondi aperti, con un +6,5%, e i Piani Individuali Pensionistici di nuova generazione, che hanno raggiunto addirittura il 9% grazie alle favorevoli condizioni dei mercati finanziari.

Numeri che confermano come la previdenza complementare possa offrire opportunità di crescita interessanti, soprattutto in fasi di mercato positive, rappresentando una valida alternativa ai tradizionali strumenti di risparmio.

Espansione e criticità: una crescita che invita a riflettere

La partecipazione al sistema della previdenza complementare continua a crescere: quasi 10 milioni di iscritti e oltre 11 milioni di posizioni individuali testimoniano un interesse sempre più diffuso verso questa forma di tutela del futuro. I fondi negoziali e i PIP si contendono la leadership con circa 4,2 milioni di posizioni ciascuno, seguiti dai fondi aperti e da quelli preesistenti.

Tuttavia, non mancano le ombre: nell’arco di un decennio (2015-2024), i fondi negoziali hanno registrato un rendimento medio annuo del 2,2%, leggermente al di sotto della rivalutazione del TFR (2,4%). Un dato che suggerisce la necessità di ripensare alcune strategie di investimento per mantenere la competitività rispetto ad altre soluzioni di risparmio previdenziale e rispondere con maggiore efficacia alle aspettative degli aderenti.

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