Superbonus 110% tra boom economico e crediti bloccati: luci e ombre
Analisi del Superbonus 110%: impatti su PIL, occupazione, investimenti e le criticità legate ai crediti fiscali incagliati e alle disparità regionali.
Fonte immagine: Finanza.com
Nel cuore delle strategie per la ripresa dell’economia italiana, il Superbonus 110% si è imposto come una delle misure più discusse e dirompenti degli ultimi anni. Dalla sua introduzione nel 2020, questa agevolazione fiscale ha dato il via a una vera e propria rivoluzione nel settore dell’edilizia residenziale, spingendo la riqualificazione energetica e sismica su larga scala.
Ma dietro ai numeri da capogiro, che raccontano investimenti per 123 miliardi di euro e oltre mezzo milione di edifici coinvolti, si celano anche criticità e contraddizioni che meritano di essere analizzate con attenzione.
Un volano per l’economia, tra opportunità e squilibri
Il Superbonus 110% ha agito da catalizzatore per la crescita, generando nel 2022 un aumento del PIL nazionale pari al 22% e creando circa 900.000 nuovi posti di lavoro. Un risultato che, almeno sulla carta, non ha eguali nella storia recente delle politiche di incentivo pubblico.
Tuttavia, l’entusiasmo iniziale si è scontrato con una realtà più complessa: la distribuzione degli interventi ha mostrato forti disparità territoriali, con il Centro Italia in prima linea e le regioni del Sud ancora in affanno, sebbene in graduale miglioramento. Questa disomogeneità, se non affrontata, rischia di accentuare i divari strutturali già esistenti all’interno del Paese.
Il nodo dei crediti fiscali incagliati
Non si può parlare di Superbonus 110% senza affrontare il tema spinoso dei crediti fiscali incagliati. A giugno 2023, secondo i dati dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili, oltre 30 miliardi di euro risultavano bloccati, con uno stallo che ha coinvolto circa 180.000 interventi e messo in seria difficoltà la tenuta finanziaria di molte imprese.
Le aziende specializzate, in particolare quelle attive nel settore delle energie rinnovabili, hanno sì beneficiato di una stagione di crescita straordinaria, ma l’instabilità normativa e l’incertezza sui meccanismi di cessione dei crediti hanno alimentato un clima di incertezza che rischia di vanificare gli sforzi fatti finora.
Verso una gestione più efficace e sostenibile
Alla luce di queste dinamiche, appare evidente che il Superbonus 110% rappresenta uno strumento chiave per la transizione ecologica e la ripresa economica, ma solo a patto di superare le criticità che ne hanno minato la piena efficacia.
Una gestione più efficace delle risorse, un quadro normativo stabile e soluzioni concrete per sbloccare i crediti fiscali incagliati sono condizioni imprescindibili per garantire continuità e fiducia agli investitori. Solo così questa misura potrà consolidarsi come pilastro della riqualificazione energetica e contribuire in modo strutturale alla modernizzazione del patrimonio immobiliare italiano.
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