Lavoro Pensioni Dal 2027 salirà ancora l’età pensionabile: cosa sta facendo il Governo?

Dal 2027 salirà ancora l’età pensionabile: cosa sta facendo il Governo?

Nel 2027 l'età pensionabile in Italia dovrebbe aumentare, ma il governo intende bloccare l'incremento per evitare disagi economici ai lavoratori.

20 Giugno 2025 11:03

Il tema dell’età pensionabile torna prepotentemente al centro del dibattito politico e sociale, accendendo i riflettori su una questione che tocca da vicino la vita di migliaia di lavoratori italiani.

Il governo, attraverso le parole del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, ha dichiarato l’intenzione di intervenire per fermare il meccanismo che, secondo la normativa attuale, porterebbe a un aumento dal 2027 dell’età richiesta per accedere alla pensione, passando da 67 anni a 67 anni e 3 mesi a partire dal 1° gennaio 2027.

Un annuncio che, come un sasso nello stagno, ha subito suscitato reazioni contrastanti tra chi vede in questa mossa una boccata d’ossigeno e chi teme effetti collaterali difficili da gestire.

Un meccanismo automatico che preoccupa

L’adeguamento dell’età pensionabile è legato all’aspettativa di vita, che in Italia nel 2024 ha raggiunto la soglia di 83,4 anni, segnando un aumento di quasi cinque mesi rispetto all’anno precedente. Questo dato, apparentemente positivo, rischia però di trasformarsi in una trappola per circa 44.000 lavoratori che hanno già intrapreso percorsi di uscita anticipata come l’isopensione o i contratti di espansione.

Secondo le stime della CGIL, queste persone potrebbero trovarsi improvvisamente senza reddito né contributi, in una sorta di limbo previdenziale che creerebbe una nuova categoria di esodati, termine che ancora oggi evoca timori e incertezze tra i lavoratori prossimi alla pensione.

Il “decreto primo maggio”: una soluzione ponte?

Per scongiurare questa situazione, l’esecutivo sta valutando l’introduzione di un decreto primo maggio con uno stanziamento di circa 200 milioni di euro. L’obiettivo sarebbe quello di congelare temporaneamente l’aumento dell’età pensionabile, permettendo così una transizione più graduale e tutelando in particolare i lavoratori più fragili, che rischierebbero di pagare il prezzo più alto di una rigidità normativa.

Una misura che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe rappresentare una risposta concreta alle esigenze di chi si trova a un passo dal traguardo della pensione, ma rischia di vederlo allontanarsi ancora una volta.

Un equilibrio ancora tutto da trovare

La questione resta però tutt’altro che chiusa. Da un lato, c’è la necessità di garantire la sostenibilità del sistema previdenziale, messa alla prova dall’aumento della longevità e dai mutamenti demografici in atto. Dall’altro, emerge con forza la richiesta di tutela per le categorie più esposte, per evitare che le regole cambino in corsa lasciando indietro chi ha già pianificato il proprio futuro.

Nei prossimi mesi, il confronto tra governo, sindacati e parti sociali sarà decisivo per capire se prevarrà la logica dei numeri o quella dell’equità, in un equilibrio che – come spesso accade – rischia di essere più fragile di quanto si immagini.

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