Lo SPID si paga, ma c’è un’alternativa: la Carta d’Identità Elettronica è gratis e più sicura
Dal 2025, lo SPID diventa a pagamento per alcuni provider. Scopri come la CIE offre un'alternativa gratuita e conforme agli standard UE.
A partire dal 2025, cambiano le regole del gioco per il SPID: una vera e propria svolta che coinvolge milioni di cittadini. Se finora il Sistema Pubblico di Identità Digitale ha rappresentato una porta d’accesso gratuita ai servizi online della Pubblica Amministrazione, ora alcuni gestori come Aruba e Infocert si preparano a introdurre un costo annuale per il rinnovo. Una novità che, come spesso accade in Italia, arriva dopo promesse disattese e fondi mai erogati dal governo. E, puntuale come un orologio svizzero, scoppia la polemica.
Entrando nel dettaglio, Aruba chiederà ai propri utenti 5,98 euro all’anno per mantenere attiva la propria identità digitale, mentre Infocert seguirà a ruota con una tariffa simile dal 31 luglio. Un cambiamento che nasce dalla mancata erogazione dei 40 milioni di euro promessi nel 2023 per coprire i costi di gestione e innovazione del sistema. La convenzione con lo Stato, in scadenza a luglio 2025, lascia così gli operatori privati senza coperture economiche e i cittadini davanti a un bivio.
SPID con Poste rimarrà gratis
In questo scenario, c’è però chi decide di non cambiare rotta: Poste Italiane, che gestisce il 70% delle identità digitali, ha già annunciato che manterrà la gratuità del servizio per i propri utenti. Una mossa che rischia di scatenare una vera e propria “migrazione di massa” verso il colosso postale, visto che per molti italiani la gratuità rappresenta ancora un valore irrinunciabile.
Non poteva mancare la reazione del Codacons, sempre in prima linea quando si tratta di difendere i diritti dei consumatori. L’associazione ha già minacciato azioni legali contro lo Stato e l’AgID, parlando apertamente di una “violazione dei diritti” e sottolineando come la scelta di introdurre costi rischi di escludere una fetta di popolazione dall’accesso ai servizi pubblici digitali.
La CIE è gratis ma ancora non viene usata da molti italiani
Ma il governo non resta a guardare. Anzi, spinge con decisione sulla CIE, la Carta d’Identità Elettronica, presentata come alternativa gratuita e più sicura allo SPID. I numeri, però, raccontano una realtà ancora distante: nel 2024, la CIE ha registrato 52 milioni di accessi ai servizi pubblici, contro gli 1,2 miliardi effettuati tramite SPID nello stesso periodo. Un divario che fa riflettere sulla reale diffusione e sulla semplicità d’uso dei due sistemi.
Per chi non vuole mettere mano al portafoglio, le strade sono due: trasferire la propria identità digitale a Poste Italiane oppure abbracciare la CIE per continuare ad accedere ai servizi online. Sullo sfondo, però, si intravede la strategia di lungo periodo: il piano del governo sembra puntare a una progressiva sostituzione dello SPID con la CIE, garantendo così una gestione completamente pubblica, maggiore sicurezza e una piattaforma unica per l’accesso ai servizi.
Il futuro dell’identità digitale italiana è quindi a un bivio, tra polemiche, cambi di gestione e nuove sfide per la digitalizzazione del Paese. Come sempre, a pagare il prezzo dell’innovazione rischiano di essere i cittadini, chiamati a scegliere tra praticità, gratuità e sicurezza.
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