Fisco Multa non pagata: quando scatta il pignoramento e come difendersi

Multa non pagata: quando scatta il pignoramento e come difendersi

Tutto sui rischi di una multa non pagata: quando scattano fermo amministrativo, ipoteche, prescrizione e strategie di difesa.

2 Giugno 2025 13:30

Quando si riceve una multa, spesso si tende a sottovalutare le possibili conseguenze di un mancato pagamento, pensando che, in fondo, si tratti solo di una seccatura momentanea. Ma attenzione: ignorare le richieste dell’amministrazione può trasformarsi in un vero e proprio incubo burocratico, in grado di complicare la vita quotidiana molto più di quanto si immagini. In questo scenario, il fermo amministrativo rappresenta solo la punta dell’iceberg di un sistema di riscossione che, con il passare del tempo, diventa sempre più severo e implacabile.

Il percorso inizia con la notifica della multa per violazione del Codice della Strada. Qui il cittadino ha la possibilità di scegliere: pagare entro 5 giorni e beneficiare di uno sconto del 30%, oppure saldare l’importo minimo entro 60 giorni. Ma se si lascia scadere anche quest’ultimo termine, ecco che scatta la temuta cartella di pagamento. Non si tratta più solo della multa originaria: l’importo può addirittura raddoppiare, vengono applicati interessi del 10% semestrali e si aggiungono le spese di notifica e gli aggi della riscossione. Insomma, un conto che rischia di lievitare rapidamente, rendendo ancora più difficile mettersi in regola.

Multa non pagata: come avviene il recupero credito

Ma come funziona, nel dettaglio, questo meccanismo di recupero del credito? Se la multa non viene saldata nei tempi previsti, l’ente accertatore – sia esso il Comune o il Prefetto – trasmette il debito all’Agenzia delle Entrate-Riscossione entro cinque anni dalla violazione. A questo punto, l’AdER notifica la cartella di pagamento al cittadino, che ha a disposizione ulteriori 60 giorni per regolarizzare la propria posizione o, in alternativa, per presentare ricorso.

E qui entra in gioco la conoscenza dei propri diritti. Non sono rari i casi in cui la cartella possa essere contestata con successo: pensiamo, ad esempio, alla notifica tardiva – oltre 90 giorni dall’infrazione, o 360 per i residenti all’estero – oppure alla mancata indicazione della norma violata, a fotografie illeggibili o all’utilizzo di autovelox non omologati. Quest’ultimo aspetto, in particolare, è stato recentemente oggetto di sentenze che hanno dichiarato l’illegittimità di numerosi accertamenti.

Ma cosa succede se, nonostante tutto, il pagamento della multa continua a non arrivare? Dopo 60 giorni dalla notifica della cartella, si aprono le porte delle procedure di recupero forzoso. La prima misura, quella che fa davvero tremare i polsi a molti automobilisti, è il fermo amministrativo del veicolo. Si tratta di un provvedimento che blocca la possibilità di circolare con il mezzo, preceduto da un preavviso che concede 30 giorni per regolarizzare la situazione. Se non si interviene per tempo, il veicolo resta bloccato fino al saldo del debito.

Chi si trova in difficoltà economica

Per chi si trova in difficoltà economiche, il legislatore ha previsto la possibilità di richiedere la rateizzazione del debito. Bastano rate minime di 50 euro per poter diluire l’importo dovuto e, cosa ancora più importante, il pagamento della prima rata sospende immediatamente ogni provvedimento restrittivo già avviato. Una boccata d’ossigeno per chi rischia di vedersi bloccato il veicolo o, nei casi più gravi, pignorato lo stipendio o il conto corrente.

Un aspetto che spesso viene trascurato, ma che può fare la differenza, è quello della prescrizione della multa. Le multe, infatti, si prescrivono in 5 anni, ma attenzione: ogni comunicazione ufficiale dell’amministrazione interrompe il decorso di questo termine. Inoltre, tra la certificazione del debito e la notifica della cartella non devono trascorrere più di 2 anni, pena la decadenza della richiesta. Questi dettagli, apparentemente secondari, possono rivelarsi fondamentali per chi intende far valere i propri diritti e difendersi da richieste illegittime.

Alla luce di tutto questo, emerge chiaramente come una multa non pagata non sia un problema da sottovalutare o rimandare nel tempo. Anzi, conoscere le procedure, le tempistiche e le possibili vie di ricorso rappresenta la vera arma in più per tutelare i propri interessi e non trovarsi schiacciati da un sistema che, una volta avviato, difficilmente concede seconde possibilità. In definitiva, un approccio informato e tempestivo è la chiave per evitare spiacevoli sorprese e gestire con consapevolezza le proprie pendenze nei confronti dell’amministrazione.

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