Fisco Assegno di Inclusione: requisiti, date e ritardi nei pagamenti di giugno 2025

Assegno di Inclusione: requisiti, date e ritardi nei pagamenti di giugno 2025

Guida ai pagamenti dell'Assegno di Inclusione di giugno 2025: requisiti, date e come evitare ritardi.

1 Giugno 2025 12:30

Nel mese di giugno 2025, i riflettori sono puntati sulle nuove scadenze dei pagamenti giugno 2025 relativi all’Assegno di Inclusione, la misura che da oltre un anno rappresenta un vero e proprio salvagente per tante famiglie italiane alle prese con difficoltà economiche.

Se sei tra coloro che aspettano l’accredito sulla Carta di Inclusione, è fondamentale segnare in agenda due date chiave: 14 e 27 giugno 2025. Si tratta di un doppio appuntamento pensato per distinguere tra chi presenta la domanda per la prima volta e chi, invece, riceve il beneficio già da qualche mese. Questa suddivisione non è casuale, ma nasce dall’esigenza di garantire una gestione più snella e tempestiva dei flussi di pagamento, evitando sovrapposizioni e ritardi che in passato hanno generato non poche ansie tra i beneficiari.

Requisiti per avere l’assegno di inclusione

Ma facciamo un passo indietro e ricordiamo che l’Assegno di Inclusione è stato introdotto ufficialmente il 1° gennaio 2024, grazie al decreto-legge 48/2023, poi integrato dalla legge 85/2023. Un intervento normativo che ha riscritto le regole del welfare italiano, ponendo al centro il sostegno concreto ai nuclei familiari più fragili. Non si tratta, però, di un aiuto “a pioggia”: per poter accedere a questo strumento, bisogna rispettare una serie di requisiti Adi ben precisi, che rappresentano una vera e propria barriera d’accesso, ma anche una garanzia di equità nell’assegnazione delle risorse.

Ecco, dunque, cosa serve per ottenere l’Assegno di Inclusione: innanzitutto, è necessario essere cittadini italiani, europei oppure titolari di un permesso di soggiorno valido, e dimostrare una residenza effettiva in Italia da almeno cinque anni. Dal punto di vista economico, bisogna presentare un Isee 2025 aggiornato, che non superi la soglia dei 10.140 euro. Attenzione, però: non basta solo l’Isee, perché il reddito familiare annuo deve restare al di sotto dei 6.500 euro, mentre il patrimonio immobiliare non deve superare i 150.000 euro (escludendo la prima casa). Sul fronte del patrimonio mobiliare, i limiti oscillano tra i 6.000 e i 10.000 euro, a seconda della composizione del nucleo familiare. Tutti dettagli che fanno la differenza e che, spesso, determinano l’esito della domanda.

Una volta verificata la sussistenza dei requisiti Adi, il sostegno economico viene calcolato in due parti: la Quota A, che integra il reddito familiare fino a raggiungere la soglia prevista dalla normativa, e la Quota B, pensata per chi sostiene un affitto con contratto regolarmente registrato. In totale, il beneficio può essere percepito per un massimo di 18 mesi consecutivi, con la possibilità di rinnovo per altri 12 mesi, ma solo dopo una pausa obbligatoria di un mese. Un meccanismo che, almeno nelle intenzioni del legislatore, punta a responsabilizzare i beneficiari e ad accompagnarli verso una graduale autonomia economica.

Il Patto Digitale e l’ISEE per l’assegno di inclusione

Elemento imprescindibile per l’erogazione dell’Assegno di Inclusione è la sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale. Questo passaggio, spesso sottovalutato, rappresenta la vera chiave di volta del nuovo sistema: attraverso il Patto, il beneficiario si impegna a collaborare con i servizi sociali e i centri per l’impiego, condividendo informazioni utili all’inserimento lavorativo e alla crescita personale. In assenza di questo adempimento, il rischio è quello di vedersi sospendere i pagamenti, vanificando tutti gli sforzi fatti per ottenere il beneficio.

Non meno importante è la questione dell’Isee 2025. La scadenza per l’aggiornamento era fissata al 28 febbraio scorso, ma molti si chiedono cosa succede in caso di ritardo. La risposta è chiara: la mancata presentazione della nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica non comporta l’annullamento della domanda, ma determina la sospensione temporanea dei pagamenti fino a quando l’Isee non verrà regolarmente aggiornato. Un aspetto da non sottovalutare, perché può creare disagi soprattutto a chi fa affidamento su queste somme per le spese quotidiane.

Per chi vuole tenere sotto controllo lo stato dei pagamenti giugno 2025 o risolvere eventuali intoppi burocratici, le strade sono due: accedere al portale Inps, dove è possibile consultare tutte le informazioni relative alla propria posizione, oppure rivolgersi ai CAF autorizzati, che offrono assistenza gratuita nella gestione delle pratiche. In entrambi i casi, è fondamentale agire con tempestività, per evitare spiacevoli sorprese e ritardi negli accrediti.

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