ISEE universitario e ordinario: regole e differenze
Differenze tra ISEE università e ordinario: requisiti per l'autonomia economica dei figli maggiorenni e implicazioni sui benefici.
In Italia, la definizione di autonomia economica per i figli maggiorenni varia sensibilmente a seconda che si consideri l’ISEE ordinario o l’ISEE universitario.
Questi due strumenti, fondamentali per l’accesso a numerosi benefici economici e sociali, si basano su criteri distinti che riflettono le loro diverse finalità.
Differenze tra ISEE ordinario e universitario
Per l’ISEE universitario, il parametro di autonomia è particolarmente stringente. Questo indicatore, utilizzato principalmente per stabilire rette universitarie e assegnare borse di studio, considera un figlio economicamente autonomo solo se soddisfa due requisiti chiave. Innanzitutto, deve risiedere in un’abitazione diversa da quella dei genitori da almeno due anni.
Inoltre, il suo reddito annuo deve essere pari o superiore a 9.000 euro, come stabilito dal Decreto Ministeriale Università e Ricerca 1320/2021. Questi criteri puntano a garantire un accesso equo e mirato all’istruzione superiore, riducendo le disuguaglianze economiche tra gli studenti.
Di contro, l’ISEE ordinario, che copre una gamma più ampia di servizi sociali, utilizza soglie di reddito differenti per determinare se un figlio è fiscalmente a carico e quindi parte del nucleo familiare dei genitori. Fino ai 24 anni, il limite di reddito è fissato a 4.000 euro annui. Per chi supera questa età, la soglia scende a 2.840,51 euro. In questo caso, la convivenza non è un fattore determinante: anche un figlio non convivente può essere considerato a carico, purché rispetti i limiti di reddito previsti.
Quando fare l’ISEE universitario
La disparità tra i criteri adottati dai due tipi di ISEE non è casuale, ma riflette le diverse finalità di ciascuno strumento. L’ISEE universitario si concentra sull’accesso equo all’istruzione, cercando di mitigare le barriere economiche per gli studenti. L’ISEE ordinario, invece, è progettato per garantire un accesso più inclusivo a una vasta gamma di servizi e agevolazioni, rispondendo a esigenze sociali più ampie.
Questa complessità normativa può generare confusione tra le famiglie, soprattutto quando si tratta di pianificare l’accesso a benefici economici. Ad esempio, un figlio che non soddisfa i requisiti di autonomia economica stabiliti dall’ISEE universitario continuerà a essere incluso nel nucleo familiare dei genitori. Questo può avere un impatto diretto sull’importo delle rette universitarie o sull’accesso a borse di studio, poiché il reddito complessivo del nucleo familiare risulterà più elevato.
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