Lavoro Nuove quote lavoratori stranieri: cosa prevede il Decreto Flussi

Nuove quote lavoratori stranieri: cosa prevede il Decreto Flussi

Decreto Flussi: nuove quote per i lavoratori stranieri previste per il triennio 2026-2028. Focus su agricoltura, turismo e formazione.

1 Luglio 2025 15:30

Il nuovo Decreto Flussi appena varato dal Consiglio dei Ministri segna una svolta per il mercato del lavoro italiano, soprattutto in un momento in cui le carenze di personale rischiano di mettere in ginocchio comparti fondamentali come agricoltura e turismo.

Non si tratta solo di numeri, ma di una vera e propria strategia di rilancio, con quasi mezzo milione di nuovi ingressi programmati nel triennio 2026-2028. L’obiettivo? Coniugare la lotta al lavoro sommerso con l’esigenza di manodopera qualificata, puntando su una gestione più razionale e lungimirante dei flussi migratori.

Decreto Flussi: un cambio di passo nella gestione delle politiche migratorie

Il Decreto Flussi 2026-2028 introduce una ripartizione mirata: 164.850 nuovi ingressi già nel primo anno, per un totale di 497.550 lavoratori extra comunitari in tre anni. Un segnale chiaro di come le politiche migratorie stiano finalmente rispondendo alle esigenze reali del tessuto produttivo italiano.

Si supera il tanto discusso sistema del “click day”, spesso fonte di disagi e polemiche, e si passa a un meccanismo più equo, che privilegia l’immigrazione regolare e selezionata. Una svolta che mira a garantire sostenibilità economica e sociale, senza lasciare spazio a improvvisazioni o sanatorie dell’ultimo minuto.

Focus su agricoltura e turismo: i settori chiave

Agricoltura e turismo sono da anni il termometro della salute occupazionale del nostro Paese, ma oggi più che mai rappresentano il banco di prova delle nuove strategie. Il decreto prevede 230.550 permessi per lavoro subordinato non stagionale e autonomo, mentre ben 267.000 posti saranno riservati al lavoro stagionale, con un occhio di riguardo proprio ai comparti agricolo e turistico.

Non è solo una questione di numeri: l’attenzione si sposta sulla qualità della manodopera, con corsie preferenziali per chi possiede competenze specifiche e l’introduzione di percorsi formativi direttamente nei Paesi di origine. Un investimento sulla formazione che promette di rendere più fluido l’inserimento e di rispondere in modo puntuale alle richieste delle imprese.

Verso un modello sostenibile e inclusivo

Questa riforma delle politiche migratorie non si limita a tamponare le emergenze, ma getta le basi per un modello di sviluppo più sostenibile e inclusivo. L’ingresso di lavoratori extra comunitari viene finalmente inquadrato come risorsa e non come problema, grazie a una programmazione attenta e a strumenti di integrazione mirati.

In un’Italia che cambia, dove il mercato del lavoro richiede flessibilità e competenze, il nuovo Decreto Flussi rappresenta una risposta concreta alle difficoltà di reclutamento e un passo avanti nella lotta all’immigrazione irregolare. In sintesi, una scelta che guarda al futuro, mettendo al centro le persone e le esigenze reali dell’economia nazionale.

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