Lavoro Multa record a Glovo e Delivery Hero: sanzione per cartello illecito

Multa record a Glovo e Delivery Hero: sanzione per cartello illecito

Sanzione record a Delivery Hero e Glovo per cartello e pratiche anticoncorrenziali, segnando un caso storico nel mercato del lavoro.

3 Giugno 2025 10:08

Una tempesta regolatoria si è abbattuta sul settore del food delivery europeo: la Antitrust UE ha messo a segno un colpo senza precedenti, infliggendo una sanzione record da 329 milioni di euro a due colossi del settore, Delivery Hero e Glovo.

Una cifra che non passa certo inosservata e che, al di là del mero valore economico, segna una vera e propria svolta nel modo in cui le autorità comunitarie intendono vigilare sul mercato lavoro digitale.

Per la prima volta, infatti, l’Unione Europea interviene con mano ferma contro un accordo di no poach, ponendo un argine a pratiche che rischiano di minare alla radice la concorrenza e la mobilità professionale.

Delivery Hero e Glovo: dove inizia tutto

Ma facciamo un passo indietro. Tra il 2018 e il 2022, Delivery Hero e Glovo avrebbero stretto una fitta rete di intese e scambi di informazioni riservate, arrivando a spartirsi i mercati geografici e a siglare patti di non concorrenza tra i propri dipendenti.

Un comportamento che, secondo la Antitrust UE, ha avuto effetti nefasti non solo sulla libera competizione tra aziende, ma soprattutto sulle opportunità e i diritti dei lavoratori. “Le due aziende hanno concordato di non sottrarsi reciprocamente i dipendenti, limitando così le opportunità per i lavoratori“, ha dichiarato senza mezzi termini Teresa Ribera, vicepresidente della Commissione Europea, sottolineando come il cartello abbia ridotto la competizione per i talenti migliori e inciso negativamente sulle prospettive di carriera.

La sanzione record

La sanzione, suddivisa in 223,3 milioni di euro a carico di Delivery Hero e 105,7 milioni per Glovo, è stata accettata da entrambe le società, che hanno riconosciuto le proprie responsabilità. Un gesto che, se da un lato rappresenta un’ammissione di colpa, dall’altro evidenzia la portata della vicenda: si tratta infatti del primo caso in cui la Antitrust UE interviene con una decisione così netta su un accordo di no poach nel settore digitale.

A rendere ancora più intricata la vicenda, il ruolo giocato dalla partecipazione di minoranza di Delivery Hero in Glovo, inizialmente come semplice investitore e poi come controllante esclusivo dal 2022. Questa relazione, lungi dall’essere solo finanziaria, ha facilitato lo scambio di informazioni commerciali riservate attraverso canali formali e informali, tra cui anche semplici messaggi WhatsApp tra i dirigenti delle due società. Un dettaglio che, agli occhi degli investigatori, ha assunto un peso determinante nel ricostruire la rete di rapporti e complicità che ha dato vita al cartello.

Tutela alla concorrenza leale

Non si tratta solo di numeri e sanzione: la decisione dell’Antitrust UE viene letta dagli esperti come un vero spartiacque, un precedente che potrebbe aprire la strada a ulteriori interventi regolatori nel mondo del lavoro digitale. Il messaggio è chiaro: pratiche come il no poach, che limitano la libertà di movimento e la crescita professionale dei lavoratori, non saranno più tollerate. La Commissione ha ribadito l’importanza di tutelare la concorrenza leale e la necessità di garantire ai dipendenti le stesse opportunità, a prescindere dalla posizione dominante di alcune piattaforme.

Per chi osserva il settore dall’interno, questa maxi-multa rappresenta un campanello d’allarme. Il mercato del lavoro del food delivery, già messo a dura prova da ritmi frenetici e condizioni contrattuali spesso precarie, rischia ora di dover affrontare una nuova stagione di controlli e regole più stringenti. Le aziende, dal canto loro, dovranno rivedere le proprie strategie e abbandonare definitivamente la tentazione di accordi sottobanco che penalizzano i lavoratori e distorcono la concorrenza.

Non è un caso che, nelle motivazioni della sentenza, si sottolinei il danno arrecato non solo ai competitor, ma anche e soprattutto ai lavoratori, privati della possibilità di scegliere liberamente il proprio percorso professionale. In un mercato sempre più globale e competitivo, la mobilità e la valorizzazione dei talenti diventano infatti leve fondamentali per l’innovazione e la crescita.

Con questa decisione, la Antitrust UE manda un segnale forte e chiaro: nessuno, nemmeno i giganti del digitale come Delivery Hero e Glovo, può pensare di agire al di sopra delle regole. Il rispetto della concorrenza e dei diritti dei lavoratori resta un principio irrinunciabile, da difendere con ogni mezzo. La partita, però, è appena iniziata: il settore dovrà ora dimostrare di saper cambiare rotta, puntando su trasparenza, correttezza e valorizzazione delle risorse umane. Solo così il mercato del lavoro potrà davvero diventare un motore di crescita e opportunità per tutti.

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