Lavoro Lavoro e impresa: perché senza immigrati l’Italia si ferma

Lavoro e impresa: perché senza immigrati l’Italia si ferma

Scopri il ruolo chiave degli immigrati nell'economia italiana: impatto su PIL, imprenditoria, tasse e prospettive future per il mercato del lavoro.

18 Giugno 2025 17:30

Quando si parla di immigrati e del loro ruolo nel tessuto sociale ed economico del nostro Paese, spesso si rischia di sottovalutare il loro impatto reale. Eppure, se ci si sofferma sui numeri e sulle dinamiche che caratterizzano la loro presenza, emerge con chiarezza quanto questa componente sia diventata ormai un pilastro fondamentale per la economia italiana.

In un contesto in cui la crescita demografica è stagnante e le imprese cercano risorse fresche, il contributo degli stranieri non solo si fa sentire, ma si rivela determinante per garantire la sostenibilità di molti settori produttivi e il funzionamento stesso dei servizi essenziali.

Il peso degli immigrati nel PIL e nei settori chiave

Basta uno sguardo ai dati per capire quanto il contributo degli immigrati sia tutt’altro che marginale: con oltre 154,3 miliardi di euro generati, rappresentano una fetta importante del PIL nazionale. Non si tratta di una presenza residuale, ma di una forza lavoro che incide per il 9% della ricchezza prodotta in Italia.

Se poi si entra nel dettaglio dei settori strategici, come agricoltura ed edilizia, il loro apporto diventa ancora più evidente: rispettivamente il 15,7% e il 14,5% del valore aggiunto di questi comparti dipende direttamente dal lavoro degli stranieri.

Senza dimenticare che la loro presenza è spesso sinonimo di flessibilità, capacità di adattamento e propensione a ricoprire mansioni che molti italiani non vogliono più svolgere.

Imprenditoria straniera: motore di innovazione e resilienza

Un altro dato che balza all’occhio è la crescita dell’imprenditoria straniera: nel 2022 si contavano ben 761.000 titolari d’impresa non italiani, pari al 10,1% del totale nazionale. Un dato che stride con la diminuzione degli imprenditori autoctoni e che testimonia una vitalità imprenditoriale in costante ascesa, specie nelle regioni del Centro-Nord e nei settori delle costruzioni, del commercio e della ristorazione.

Questo fermento, spesso animato da giovani con idee innovative e una forte voglia di riscatto, rappresenta una risorsa preziosa per il tessuto produttivo italiano, contribuendo a rinnovare e diversificare l’offerta di beni e servizi.

Mercato del lavoro e prospettive future

Guardando al mercato del lavoro, la presenza degli immigrati è destinata a diventare sempre più centrale. Le stime parlano chiaro: nei prossimi cinque anni, le imprese avranno bisogno di circa 640.000 nuovi occupati stranieri, che rappresenteranno oltre il 21% delle assunzioni previste.

Un fabbisogno che si farà sentire soprattutto nelle aree più dinamiche del Paese, dove la domanda di manodopera è in costante crescita. Ecco perché investire in politiche di integrazione e formazione non è solo una questione di solidarietà, ma una vera e propria necessità per mantenere competitivo il sistema Italia e rispondere alle sfide economiche e demografiche che ci attendono.

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