Lavoro domestico: in arrivo aumenti fino a 230 euro in busta paga
Il nuovo contratto collettivo nazionale del lavoro domestico dal 2025 porta aumenti in busta paga e più tutele per colf, badanti e babysitter.
Fonte immagine: Finanza.com
Si respira un’aria di svolta nel panorama del lavoro domestico italiano. Una vera e propria rivoluzione che, a partire dal novembre 2025, intende dare nuova linfa a chi opera da anni al fianco delle famiglie. Gli oltre due milioni di addetti del settore troveranno in busta paga un riconoscimento tangibile: si parla di un incremento complessivo di oltre 230 euro, spalmato tra adeguamenti progressivi e recupero dell’inflazione.
Questo approccio segna una netta discontinuità rispetto alle semplici integrazioni al costo della vita, dimostrando la volontà di tutelare non solo i diritti economici, ma anche la dignità professionale di chi ogni giorno offre supporto essenziale nelle abitazioni.
Nuovi orizzonti contrattuali
L’intesa ruota attorno al contratto collettivo nazionale dedicato al settore, che ha introdotto un sistematico aumento salariale per dare un rinnovato slancio a profili come colf, badanti e babysitter. Nel dettaglio, si prevede un innalzamento di 100 euro mensili per il livello BS, da ripartire nel triennio 2026-2028: 40 euro dal gennaio 2026, seguiti da 30 euro l’anno successivo, e infine due tranche da 15 euro nel 2028.
A questi importi si sommano oltre 135 euro derivanti da un adeguamento pensato per contrastare gli effetti dell’inflazione. Il risultato è un notevole balzo in avanti, con l’intento di allineare le retribuzioni a standard di equilibrio tra costi familiari e valorizzazione della manodopera.
Crescita e salvaguardia del potere economico
Il nuovo impianto normativo introduce anche la rivalutazione automatica ancorata all’indice Istat, che sale dal precedente 80% al 90%. Questo meccanismo mira a preservare il potere d acquisto degli operatori, rafforzando la loro sicurezza contro la spirale dei prezzi.
Si tratta di un miglioramento che permette di riavere in busta paga quanto eroso dall’erosione inflattiva e di ridurre il divario economico rispetto al costo della vita. Non si parla, dunque, di un semplice ritocco degli stipendi, ma di una strategia che pone al centro la sostenibilità sociale e la tutela del lavoratore anche nel lungo periodo.
Equilibrio tra dignità e sostenibilità
Un altro aspetto di rilievo è l’aumento della retribuzione minima per tutti gli inquadramenti. Questo intervento interrompe un lungo silenzio sul fronte delle revisioni strutturali, tenendo conto che l’ultimo adeguamento significativo risale al 2013.
Il settore si presenta oggi con una veste rinnovata, pronta a sostenere famiglie e lavoratori grazie a soluzioni che bilanciano equità e fattibilità economica. L’armonizzazione tra efficienza e protezione sociale è la chiave per rendere questo segmento più attrattivo e dignitoso, salvaguardando gli interessi di chi chiede un servizio specializzato e di chi lo eroga con professionalità. L’adozione di politiche attente a entrambe le parti segna un traguardo significativo nel cammino verso la modernizzazione del lavoro domestico.
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