Farmacisti verso lo sciopero: stipendi fermi e contratti in stallo
Il 6 novembre 2025 i farmacisti delle farmacie private scioperano: in gioco aumenti salariali, tutele e riconoscimento del ruolo sanitario.
Fonte immagine: Finanza.com
Sono giorni di grande fermento per i farmacisti di tutta Italia, che si preparano al primo sciopero dei farmacisti su scala nazionale. Da Nord a Sud, oltre 60.000 professionisti delle farmacie private si dichiarano pronti a incrociare le braccia il 6 novembre 2025, in quello che si preannuncia come un evento senza precedenti. A innescare la mobilitazione è il blocco delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, scaduto ormai da diversi mesi.
La richiesta dei sindacati, che puntano a un adeguamento significativo delle retribuzioni e a un riconoscimento formale del loro crescente impegno nella prevenzione e nella consulenza ai pazienti, si scontra con l’offerta giudicata insoddisfacente dalle parti sociali. Nel frattempo, l’attenzione pubblica cresce, poiché l’astensione rischia di toccare tutti gli angoli del Paese, dai piccoli centri abitati alle grandi metropoli.
Le ragioni dello scontro
Al centro della vertenza si staglia con forza l’offerta di Federfarma, considerata dai rappresentanti sindacali lontana dalle necessità reali di una categoria che reclama dignità professionale e maggiori risorse. I farmacisti, sostenuti da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, mirano ad assicurarsi aumenti salariali più consistenti, in linea con le responsabilità che negli ultimi anni sono andate ben oltre la semplice dispensazione dei farmaci.
Il concetto di farmacia dei servizi, infatti, ha ridefinito il ruolo del professionista: dalla consulenza sui corretti stili di vita alla gestione di programmi di screening, rendendo la figura del farmacista un punto di riferimento sempre più centrale nel territorio. Tuttavia, l’associazione datoriale ribadisce anche l’impatto di costi gestionali crescenti e le restrizioni finanziarie imposte dalla spesa sanitaria.
Effetti sull’operatività quotidiana
La mobilitazione punta a ottenere tutele contrattuali adeguate, ma comporta evidenti rischi per il servizio alla collettività. Nel giorno dello sciopero, la maggior parte degli esercizi lavorerà a orario ridotto o con personale ridotto, garantendo l’apertura solo nelle fasce orarie di emergenza. Questa scelta nasce dalla volontà di non interrompere del tutto l’assistenza sanitaria, ma di sensibilizzare ugualmente la popolazione sull’importanza del farmacista come pilastro assistenziale.
Contestualmente, i sindacati annunciano presìdi e manifestazioni nelle principali piazze, dove si discuterà apertamente dei nuovi paradigmi di cura, dell’implementazione di tecnologie avanzate e del ruolo strategico che la farmacia riveste nei percorsi di prevenzione.
Uno sguardo al futuro
La protesta non riguarda soltanto le diatribe sugli stipendi, bensì l’intero Sistema Sanitario Nazionale, che si trova a un bivio cruciale. Ridisegnare la professione farmaceutica, riconoscendo il valore di servizi avanzati e potenziando i percorsi formativi, potrebbe aprire nuove prospettive di collaborazione con le istituzioni pubbliche e al contempo migliorare la qualità delle cure offerte ai cittadini. La speranza è che il dialogo riprenda al più presto, segnando un passo in avanti verso condizioni di lavoro più eque e una visione moderna del ruolo del farmacista, capace di rispondere alle sfide di un settore in costante evoluzione.
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