Bonus Giorgetti: fino a 6.900 euro in più per chi posticipa la pensione
Scopri come funziona il Bonus Giorgetti 2025: fino a 6.900 euro netti annui per chi rimanda la pensione. Requisiti, vantaggi e impatto sulla pensione futura.
Fonte immagine: Finanza.com
La nuova misura introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 promette di rivoluzionare il rapporto tra lavoro e pensione, offrendo una soluzione per chi desidera incrementare il proprio stipendio senza rinunciare immediatamente al meritato riposo.
Più soldi subito o pensione piena? Il dilemma del nuovo Bonus Giorgetti
Il fulcro è il Bonus Giorgetti, un incentivo che consente di ricevere in busta paga fino a 6.900 euro netti all’anno, completamente esenti da imposte. Questo beneficio si traduce, per chi ha uno stipendio di circa 35.000 euro, in un incremento mensile di diverse centinaia di euro.
Tuttavia, è bene considerare attentamente l’impatto di questa scelta, poiché le somme erogate non andranno ad accrescere i futuri diritti pensionistici.
Come funziona l’incentivo
L’idea nasce dal principio che chi rinuncia alla pensione anticipata, pur avendone maturato i requisiti, possa incamerare il 9,19% della propria retribuzione lorda solitamente destinata ai versamenti previdenziali. Questa quota, di norma trattenuta per il fondo pensione, viene invece accreditata direttamente in busta paga, con un vantaggio economico istantaneo e tangibile.
Per formalizzare la richiesta, è necessario presentare la documentazione prevista dalla Circolare INPS n. 102 del 16 giugno 2025, specificando di voler godere di questo incentivo e impegnandosi a restare in servizio. L’obiettivo dichiarato è duplice: alleggerire il sistema previdenziale da ulteriori oneri e, al contempo, offrire un vantaggio a chi preferisce continuare a lavorare.
I possibili effetti sul lungo periodo
Rinunciare al versamento dei contributi previdenziali comporta inevitabilmente un impatto sull’importo della futura pensione. Prima di aderire, conviene valutare con attenzione la riduzione dei diritti che, una volta giunti al traguardo definitivo del pensionamento, potrebbe risultare in un assegno mensile più leggero.
D’altro canto, questo strumento si rivela estremamente vantaggioso per chi intende posticipare di qualche anno il collocamento a riposo, sfruttando la possibilità di accumulare liquidità senza ulteriori tasse e destinando tali risorse a progetti personali o familiari.
Estensione a più categorie di lavoratori
In un primo momento, l’innovazione era pensata solo per i dipendenti del settore privato, ma successivamente è stata ampliata per coinvolgere anche i dipendenti pubblici. Insegnanti, impiegati statali e altre figure della Pubblica Amministrazione possono ora beneficiare di questa opportunità, andando a coprire una platea più ampia di lavoratori.
È un cambiamento che punta a dare massima flessibilità: il personale che ha raggiunto o sta per raggiungere i requisiti per la pensione può decidere di continuare l’attività lavorativa con un riconoscimento economico immediato. Resta dunque centrale la riflessione su vantaggi e possibili rischi a lungo termine, in un equilibrio tra presente e futuro che ognuno deve valutare con cura.
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