Lavoro Attività extra professionale non autorizzata: sanzioni e rischi per i lavoratori

Attività extra professionale non autorizzata: sanzioni e rischi per i lavoratori

Esplora le sanzioni per i dipendenti pubblici che intraprendono un'attività extra professionale non autorizzata.

17 Giugno 2025 14:30

Nel mondo del lavoro pubblico italiano, la questione delle dipendenti pubblici che si dedicano ad attività extra professionale senza permesso è tutt’altro che marginale. Spesso si pensa che arrotondare lo stipendio con un secondo impiego sia una pratica innocua, ma la realtà normativa è ben diversa e può trasformarsi in una vera e propria trappola per chi sottovaluta le regole. Non basta la buona fede: senza l’autorizzazione dell’amministrazione, ogni passo fuori dai binari rischia di diventare un boomerang, con conseguenze che vanno ben oltre il semplice richiamo.

Quando si parla di attività extra professionale non autorizzata, non si fa riferimento solo a impieghi “in nero” o lavori manuali. Anche una semplice consulenza, la vendita di prodotti online o la collaborazione saltuaria con un’azienda privata possono rientrare nella casistica vietata.

Il fulcro della questione è che il pubblico dipendente, se assunto a tempo pieno, deve chiedere e ottenere il via libera formale prima di intraprendere qualsiasi occupazione aggiuntiva retribuita. Senza questa precauzione, ogni euro guadagnato rischia di trasformarsi in un debito verso l’amministrazione, con tanto di obbligo di restituzione e, nei casi più eclatanti, multe che possono arrivare a cifre a quattro zeri.

Attività Extra Professionale: sanzioni disciplinari e risvolti economici

La legge non lascia spazio a interpretazioni: le sanzioni disciplinari sono severe e progressive. Si parte dal classico richiamo scritto, si passa per la sospensione e si può arrivare addirittura al licenziamento per giusta causa, soprattutto se l’attività non autorizzata interferisce con l’orario di lavoro o compromette la reputazione dell’ente. In queste situazioni, non è solo la sanzione pecuniaria a pesare, ma anche la macchia indelebile sul percorso professionale.

Uno degli aspetti più delicati delle attività extra professionale non autorizzate riguarda i conflitti di interesse: quando l’attività esterna può in qualche modo influenzare le decisioni o l’imparzialità del dipendente pubblico, il rischio di sanzione si moltiplica. La normativa prevede alcune eccezioni – come nel caso dei contratti part-time inferiori al 50%, delle pubblicazioni scientifiche o delle attività di volontariato – ma il principio resta fermo: la trasparenza e il rispetto delle regole sono fondamentali per chi opera nella pubblica amministrazione. Nel privato la situazione è più fluida, ma anche qui attenzione alle regole interne e alla fiducia del datore di lavoro. Insomma, quando si parla di secondo lavoro per chi indossa la “divisa” pubblica, la parola d’ordine è una sola: cautela.

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