Lavoro Referendum 2025: chi propone l’astensionismo va contro la legge?

Referendum 2025: chi propone l’astensionismo va contro la legge?

Il dibattito sull'astensionismo nel referendum 2025: legittimità legale e implicazioni etiche nel contesto della democrazia italiana.

8 Giugno 2025 08:00

In Italia, la discussione sull’astensionismo torna ciclicamente a occupare le prime pagine e, come un fiume carsico, riaffiora con prepotenza ogni volta che il calendario politico si arricchisce di appuntamenti cruciali, soprattutto in questi giorni di referendum.

In un contesto dove il diritto di voto viene spesso evocato come baluardo della sovranità popolare, la scelta di non votare si trasforma in un gesto carico di significati politici e simbolici, destinato a far discutere ben oltre la giornata elettorale.

Se la Costituzione prevede che la non partecipazione della maggioranza degli aventi diritto è causa di nullità, non andare a votare è un modo di esprimersi sull’inconsistenza dell’iniziativa referendaria“. Queste parole dell’ex presidente Napolitano, hanno fatto da miccia a un dibattito che appare sempre più acceso.

Referendum 2025: promuovere l’astensionismo è illegale

Ma qual è il vero nodo della questione? Per comprenderlo, occorre tornare alle radici, a quella Costituzione che tanto spesso viene sventolata a seconda delle convenienze del momento. L’articolo 75, in effetti, parla chiaro: un referendum abrogativo è valido solo se si reca alle urne almeno il 50% più uno degli aventi diritto.

Eppure, l’articolo 48, che definisce il voto come “dovere civico”, dal 1993 non prevede più alcuna sanzione per chi decide di disertare le urne. Ecco allora che il confine tra diritto e dovere si fa labile, lasciando spazio a interpretazioni diametralmente opposte.

Nel magma incandescente della politica italiana, la questione dell’astensionismo assume contorni sempre più sfumati. C’è chi lo considera un atto di protesta, un modo per lanciare un segnale forte contro proposte giudicate prive di senso o lontane dai bisogni reali dei cittadini.

C’è chi, invece, lo vive come una resa, una pericolosa rinuncia a incidere sulle scelte collettive. In mezzo, una miriade di sfumature, riflesso di una società che appare sempre più disillusa e distante dalle istituzioni.

Il dibattito sull’astensionismo non è solo una questione di numeri o di strategie elettorali, ma il termometro di una società che cerca nuove forme di espressione e di partecipazione. Il referendum 2025 rappresenta una tappa importante di questo percorso, un’occasione per riflettere su cosa significhi davvero essere parte attiva di una comunità politica. In gioco c’è molto più di una semplice consultazione: c’è la tenuta stessa della nostra democrazia italiana, il valore inestimabile del diritto di voto e la speranza, forse, di un futuro in cui la voce di tutti possa davvero fare la differenza.

Se vuoi aggiornamenti su Lavoro inserisci la tua email nel box qui sotto:

Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.