Rottamazione quinquies: tutte le novità sulla sanatoria fiscale nella Legge di Bilancio 2026
Scopri la rottamazione quinquies nella Legge di Bilancio 2026: modalità di pagamento, novità in discussione e impatto su contribuenti e finanze pubbliche.
L’idea di una riscossione più semplificata per i contribuenti rimane al centro del dibattito, soprattutto ora che la nuova rottamazione quinquies emerge come un’opportunità per alleggerire la pressione sugli insoluti. Si tratta di un piano di pagamento che, secondo le voci governative, abbraccerà un arco temporale esteso e consentirà di coprire più esercizi di mancato versamento. Grazie alla sua introduzione nella Legge di Bilancio 2026, l’iniziativa apre la strada a un recupero potenziale di risorse pari a 9 miliardi di euro spalmati su un intervallo di diversi anni. Ancora una volta, l’obiettivo dichiarato è offrire una finestra di regolarizzazione a chi ha accumulato debiti fiscali, con particolare attenzione a chi non ha versato le imposte dichiarate o i contributi previdenziali INPS. Eppure, mentre si delineano i dettagli del provvedimento, ci si interroga sull’effettivo impatto sulla riscossione ordinaria e sulle potenziali ripercussioni sull’intero sistema tributario.
Profilo generale della misura
La nuova rottamazione si propone di coprire i carichi affidati all’Agente della Riscossione sino al 2023, escludendo nel contempo gli avvisi di accertamento in attesa di possibili modifiche normative. Un elemento di richiamo è il tasso d’interesse fissato al 4% annuo, che potrebbe comunque subire riduzioni, secondo le proposte in corso di discussione. Oltre alla scadenza unica di pagamento entro luglio 2026, è prevista la facoltà di articolare i versamenti in rate bimestrali estese fino a maggio 2035. Nel percorso di perfezionamento della misura, il nodo centrale resta la sostenibilità per le finanze pubbliche, poiché da un lato si promuove una maggiore compliance, dall’altro si teme di compromettere il flusso di cassa che la riscossione ordinaria garantirebbe.
Disciplina attuale e prospettive di modifica
In Parlamento, la discussione verte su possibili interventi correttivi che permettano di ampliare la platea dei beneficiari. Tra i temi più caldi spicca la proposta di estendere la sanatoria anche agli avvisi di accertamento, concedere un tasso di interesse al 3% e rivedere i meccanismi di decadenza, attualmente piuttosto severi in caso di mancato pagamento di una singola rata. Importante, inoltre, la possibilità di transizione da un regime di dilazione a un altro: chi ha aderito alla rottamazione quater potrebbe passare alla quinquies, beneficiando di nuove scadenze e di un’ulteriore flessibilità. Sul piano tecnico, i numeri evidenziano come parte dei carichi esigibili sarebbe stata in ogni caso riscossa, circostanza che accende il dibattito tra la necessità di garantire una seconda possibilità ai contribuenti e i rischi di un eccessivo “sconto” fiscale.
L’orizzonte temporale, che si estende fino al 2035, induce a riflettere su come il gettito potrà distribuire i suoi effetti nel tempo. Se i primi incassi previsti entro il 2026 raggiungeranno quota 500 milioni, la proiezione degli anni successivi indica un miliardo annuo, dimostrando che il piano non si esaurirà in pochi esercizi. Tuttavia, gli esperti temono un calo di risorse che sarebbero state normalmente recuperate attraverso le azioni di riscossione tradizionale, generando una potenziale perdita di 9,7 miliardi di euro. In definitiva, il successo di questa strategia dipenderà dalla capacità di bilanciare le richieste dei contribuenti con la salvaguardia dell’efficienza del sistema impositivo, senza danneggiare eccessivamente le casse statali nel quadro di una complessiva riforma delle politiche fiscali.
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