Cartelle esattoriali dal 2000 al 2023? Ecco come azzerare more e interessi
Rottamazione Quinquies: chi può aderire, vantaggi, modalità di pagamento e impatto sul gettito secondo la Legge di Bilancio 2026.
Fonte immagine: Finanza.com
La nuova Rottamazione Quinquies si presenta come un’opportunità di grande rilievo per tutti coloro che, pur avendo dichiarato correttamente i propri redditi, non hanno versato le imposte dovute o i contributi previdenziali nel periodo dal 2000 al 2023.
Questa misura, concepita come una definizione agevolata, consente di saldare le cartelle esattoriali in modo più sostenibile, eliminando sanzioni e interessi e permettendo di contribuire solo con il capitale originario e le spese di procedura. Inoltre, per chi vuole dilazionare il pagamento, si apre la strada al recupero del debito con un tasso annuale del 4% su un piano che può arrivare fino a nove anni: un rateizzazione studiata proprio per offrire maggior respiro a cittadini e imprese spesso in difficoltà finanziaria.
Vantaggi chiave e ambito di applicazione
L’adesione alla misura prevede un complessivo risparmio considerevole in termini di costi accessori, poiché vengono cancellati non solo gli interessi, ma anche le more e l’aggio di riscossione. È bene sottolineare che restano esclusi coloro che non hanno presentato dichiarazione dei redditi o chi è stato oggetto di accertamenti fiscali, nonché i contribuenti che avevano scelto soluzioni precedenti di sanatoria.
Questo schema si applica anche ai tributi locali, offrendo agli enti territoriali la possibilità di introdurre agevolazioni su imposte come IMU e TARI. Grazie a questa flessibilità, la misura punta a coinvolgere un ampio bacino di contribuenti, garantendo al contempo un recupero graduale di somme che altrimenti risulterebbero difficili da incassare.
Modalità di pagamento e regole severe
Il versamento del debito può essere effettuato in un’unica soluzione, entro luglio 2026, o mediante «rigide regole di decadenza» che impongono la perdita dei benefici in caso di mancato rispetto di due rate, anche non consecutive. Proprio la possibilità di personalizzare il piano fino al 2035 rappresenta un passo significativo verso la riduzione dello scostamento tra fisco e contribuente.
In caso di revoca, l’intero importo torna a gravare di sanzioni e interessi, con l’inevitabile aggravio economico per il debitore. Di contro, rispettare le tempistiche stabilite garantisce la definitiva sistemazione della posizione fiscale, evitando ulteriori interventi di riscossione.
Prospettive di gettito e impatto sul territorio
Le stime indicano che l’introduzione di questa misura potrà generare un significativo gettito complessivo, stimato in diversi miliardi di euro lungo l’arco temporale della sanatoria. Questo flusso di risorse potrà assicurare un rientro nelle casse dello Stato, contribuendo a ridurre il divario tra i crediti non riscossi e le esigenze di bilancio pubblico.
Analogamente, la possibilità offerta a ogni singolo ente territoriale di intervenire sui tributi già menzionati punta a un maggiore equilibrio nelle finanze locali, rendendo più semplice, tanto per l’amministrazione quanto per i cittadini, la gestione degli importi arretrati e la ripartenza di un ciclo virtuoso per la collettività.
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