Fisco Tasse e imposte Più case in affitto? La cedolare secca ora costa molto di più

Più case in affitto? La cedolare secca ora costa molto di più

Tutte le novità sulla cedolare secca 2024: aliquote aggiornate, impatti fiscali e considerazioni per investitori e proprietari immobiliari.

2 Luglio 2025 15:05

Il 2024 si apre con una ventata di novità per chi investe nel mattone: la cedolare secca si trasforma, introducendo regole che impongono ai proprietari immobiliari di rivedere le proprie strategie di gestione. Non si tratta solo di numeri, ma di una vera e propria rivoluzione nel modo di intendere la fiscalità degli affitti brevi, che obbliga a valutare con attenzione ogni singola scelta.

La riforma, infatti, non si limita a ritoccare le aliquote, ma ridisegna il quadro complessivo delle opportunità e dei rischi, con l’obiettivo di garantire un equilibrio tra le esigenze dello Stato e quelle degli investitori.

Aliquota 26%: il nuovo spartiacque per le locazioni turistiche

Se fino a ieri il proprietario poteva applicare l’aliquota del 21% su ogni immobile destinato a locazioni brevi, oggi la musica cambia. L’introduzione della aliquota 26% per le seconde case affittate a fini turistici rappresenta il vero punto di svolta: un segnale forte, che invita a una riflessione attenta sulla redditività di queste operazioni. Da quest’anno, infatti, il 21% si applica solo su un immobile per periodo d’imposta, mentre per gli altri scatta in automatico la tassazione più elevata.

E non finisce qui: chi possiede più di quattro unità destinate agli affitti brevi si trova di fronte a una vera e propria svolta, dovendo aprire partita IVA e gestire l’attività in chiave imprenditoriale. Una mossa che, se da un lato può apparire come un ostacolo, dall’altro segna una svolta epocale nel tentativo di regolamentare un settore in costante crescita.

Gettito fiscale in crescita: numeri che parlano chiaro

Non si può ignorare il dato più interessante: il gettito fiscale derivante dalla cedolare secca ha toccato nel 2024 la cifra record di 3,7 miliardi di euro, segnando un incremento del 9%. Un risultato che non lascia spazio a dubbi sull’efficacia delle nuove misure dal punto di vista delle entrate per l’erario.

Analizzando la distribuzione territoriale, si scopre che la Lombardia primeggia nell’applicazione dell’aliquota standard, mentre il Lazio si distingue per l’utilizzo più frequente dell’aliquota agevolata al 10%. Un dettaglio che racconta molto sulle diverse strategie adottate dai proprietari, sempre più attenti a bilanciare fiscalità e rendimento.

Strategie e prospettive: il futuro delle locazioni brevi

Nonostante l’inasprimento fiscale, le locazioni brevi continuano a essere una delle scelte più gettonate dagli investitori, grazie a rendimenti spesso superiori rispetto alle locazioni tradizionali. Tuttavia, il nuovo scenario impone un cambio di passo: occorre adottare strategie fiscali più sofisticate e valutare con cura la composizione del proprio portafoglio immobiliare.

Il legislatore punta a una maggiore regolamentazione, ma resta da vedere se queste novità sapranno davvero conciliare le esigenze di chi investe con quelle di uno Stato sempre più attento a intercettare ogni euro di imposta. Una sfida aperta, dove solo chi saprà leggere tra le righe e adattarsi alle nuove regole potrà continuare a ottenere il massimo dai propri investimenti.

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