Fisco Tasse e imposte Cedolare secca affitti in scadenza: come funziona e vantaggi fiscali

Cedolare secca affitti in scadenza: come funziona e vantaggi fiscali

Guida completa alla cedolare secca: scopri le aliquote, il calcolo dell'imposta e i vantaggi fiscali per i proprietari di immobili.

27 Giugno 2025 14:30

Nel mondo della fiscalità immobiliare italiana, pochi strumenti hanno saputo rivoluzionare la gestione dei redditi da locazione come la cedolare secca. Questo regime fiscale, ormai ben noto tra i proprietari di case, è diventato una vera e propria àncora di semplificazione e convenienza, permettendo di mettere ordine tra i mille rivoli della tassazione immobili e offrendo un percorso alternativo all’IRPEF, spesso gravoso e poco lineare.

Scegliere la cedolare secca significa, in pratica, prendersi una pausa dalle complicazioni burocratiche, con la prospettiva di una gestione più snella e, nella maggior parte dei casi, più vantaggiosa per il portafoglio.

Aliquote cedolare secca: la bussola per orientarsi

Quando si parla di aliquote della cedolare secca, il discorso si fa subito interessante. Il legislatore ha infatti previsto percentuali differenti, che si adattano alle diverse tipologie di contratto. Si parte dal 21% per i contratti a canone libero, una scelta che premia la semplicità e la chiarezza.

Ma la vera sorpresa arriva per chi opta per i contratti a canone concordato: qui l’aliquota scende al 10%, un vero e proprio invito a scegliere questa formula, specie nei comuni ad alta densità abitativa o nelle città universitarie.

Dal 2025, poi, una novità che non passa inosservata: le locazioni brevi (fino a 30 giorni) subiscono un’aliquota del 26% se si possiedono più immobili dati in affitto breve. Una scelta, questa, che va ponderata con attenzione, soprattutto per chi intende diversificare gli investimenti immobiliari.

Calcolo e scadenze: la semplicità al servizio del contribuente

Il bello della cedolare secca è che non ci sono sorprese: il calcolo dell’imposta è diretto e senza fronzoli. Si prende il canone annuo e si applica l’aliquota dovuta, senza deduzioni o complicazioni. Ad esempio, su un affitto annuo di 10.000 euro, con aliquota al 21%, si pagano 2.100 euro di imposta.

Anche il calendario dei pagamenti ricalca quello dell’IRPEF: saldo e primo acconto entro il 30 giugno, secondo acconto o acconto unico entro il 30 novembre. Se l’acconto supera i 257,52 euro, si divide in due rate, una vera comodità per chi vuole pianificare le proprie uscite senza affanni.

Procedura, vantaggi e qualche riflessione

Adottare la cedolare secca non richiede acrobazie: basta comunicare la scelta all’Agenzia delle Entrate durante la registrazione del contratto, oppure negli anni successivi. Attenzione, però, a non dimenticare la raccomandata all’inquilino per rinunciare all’adeguamento ISTAT: un dettaglio che può fare la differenza.

Tra i vantaggi più evidenti, il reddito da locazione non va a sommarsi al reddito complessivo IRPEF, evitando di scalare verso aliquote più alte. Tuttavia, non va trascurato che questi importi restano rilevanti per il calcolo di deduzioni, detrazioni e indicatori come l’ISEE. In definitiva, la cedolare secca si conferma una scelta intelligente per chi desidera una gestione più agile della tassazione degli immobili, ma come sempre, il consiglio è valutare caso per caso, per non lasciare nulla al caso.

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