Nuova mappa autovelox: cosa cambia per le multe
Il Ministero lancia il censimento nazionale degli autovelox: solo i dispositivi registrati saranno validi, multe nulle senza omologazione dal 30 novembre.
Fonte immagine: Finanza.com
Il censimento autovelox prende piede in maniera definitiva, aprendo un arco temporale che va dal 30 settembre al 30 novembre 2025 e abbraccia ogni Comune, Provincia e Regione. Questa iniziativa, voluta fortemente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, stabilisce per la prima volta un quadro nazionale di riferimento per tutti i dispositivi che misurano la velocità sulle nostre strade.
L’operazione, dai toni risoluti, prevede che ogni amministrazione aggiorni in una piattaforma online dedicata tutti i dettagli relativi agli impianti installati: ubicazione, modello, numero di serie e, aspetto decisivo, la loro omologazione. Di fatto, sarà possibile fare luce sui dispositivi schierati lungo la rete viaria, riducendo ogni eccesso e valorizzando l’impiego corretto di un segnale di controllo che, se ben utilizzato, può equilibrare in maniera significativa il traffico stradale.
Adempimenti tecnici e tutele per gli automobilisti
L’intero progetto ruota intorno all’elemento cardine dell’omologazione dei dispositivi, da sempre pivot imprescindibile per dare validità alle sanzioni. In passato, l’assenza di una procedura uniforme ha generato disparità di trattamento e numerosi contenziosi, intaccando la sicurezza stradale perché la funzione preventiva di tali apparecchi spesso era oscurata dal desiderio di incrementare gli introiti con segnalazioni talvolta ambigue.
Ora, invece, la nuova riforma del Codice della Strada spinge verso uno standard condiviso, che pretende dispositivi sempre certificati e aggiornati. In questi due mesi di registrazione, gli enti coinvolti dovranno inserire i dati di marca, tipologia e matricola, pena l’esclusione dalla rete regolare di controllo. Persino l’ANCI ha evidenziato come buona parte degli autovelox fissi sia in servizio da prima del 2017, quindi potenzialmente non in regola, offrendo nuove prospettive per rendere omogenea la gestione degli impianti.
Revisione delle postazioni e impatto economico sulle amministrazioni
Allo scadere del periodo concesso, soltanto le postazioni registrate saranno ritenute idonee a emettere multe. Ogni amministrazione locale che non si adeguerà sarà costretta a spegnere i propri impianti, incassando un duro contraccolpo finanziario. Questa finestra temporale di censimento funge da partita cruciale per chi ha spesso puntato sugli introiti derivanti dalle sanzioni e ora si trova obbligato a ripensare al modello di governance stradale.
Da dicembre, infatti, gli automobilisti potranno appellarsi all’eventuale mancanza di registrazione del dispositivo, invalidando le sanzioni e avviando richieste di rimborso. Tale scenario rende ancora più pressante la necessità di allinearsi alle nuove direttive, dimostrando finalmente la determinazione di non trasformare le verifiche di velocità in un mero balzello.
Verso maggiore chiarezza e fiducia reciproca
Nel panorama dei controlli su strada, la prospettiva di una revisione integrale si allarga a un concetto di totale trasparenza. Rendere accessibile a ogni utente la provenienza e la liceità dei rilevatori, con tutti i dati aggiornati online, genera un clima di fiducia condivisa tra amministrati e amministrazione. L’obiettivo non è scoraggiare la prevenzione, bensì depurare il sistema da eventuali incongruenze e assistere i conducenti con indicazioni limpide.
In sintesi, l’operazione punta a restituire autorevolezza a uno strumento di controllo essenziale, favorendo allo stesso tempo un rapporto più sereno tra enti pubblici e cittadini: una strada che, se percorsa con coerenza e lungimiranza, potrà davvero imprimere un significativo cambio di rotta.
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