Come regolarizzare un immobile estero dal punto di vista fiscale
Scopri sanzioni, obblighi e ravvedimento operoso per chi possiede un immobile all'estero e deve regolarizzarlo.
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Nel panorama della fiscalità internazionale, possedere un immobile all’estero può rivelarsi un valido strumento di diversificazione del patrimonio, ma è fondamentale prestare la dovuta attenzione agli obblighi dichiarativi previsti dalla normativa italiana.
In molti casi, la mancata segnalazione o una compilazione imprecisa del quadro RW espone infatti i contribuenti a sanzioni fiscali non indifferenti. Per evitare lunghe controversie con l’Agenzia delle Entrate, è essenziale compilare correttamente la dichiarazione dei redditi, rispettando le scadenze stabilite ed evitando di omettere informazioni relative a qualsiasi proprietà detenuta oltre confine.
Immobile all’estero: dalle penalità ordinarie alla rilevanza della black list
La normativa italiana prevede un ampio ventaglio di conseguenze per chi non ottempera agli obblighi sul monitoraggio dei redditi derivanti da proprietà di un immobile all’estero. Le sanzioni possono variare dal 3% al 15% del valore dell’immobile non dichiarato, mentre in caso di proprietà situate in paesi inseriti nella black list, le penalità possono raggiungere il 30%.
Nel contempo, l’omessa o infedele dichiarazione dell’IVIE buca ulteriormente il portafoglio, determinando un prelievo pari al 90% dell’imposta dovuta. Ancora più severo è il regime sanzionatorio previsto per i redditi da locazione non dichiarati o per le plusvalenze realizzate dalla vendita dell’immobile, con aliquote che possono arrivare fino al 240% dell’imposta evasa.
La regolarizzazione e il “ravvedimento operoso”
Lo Stato italiano fornisce tuttavia un efficace paracadute: il ravvedimento operoso, uno strumento che permette di rimediare a eventuali dimenticanze o irregolarità prima che scattino verifiche più approfondite. Grazie alla presentazione di una dichiarazione integrativa, è possibile ottenere significative riduzioni sulle sanzioni, proporzionali al ritardo con cui ci si mette in regola.
Se questa procedura viene avviata entro 90 giorni dalla scadenza, la penalità fissa standard di 258 euro risulta fortemente ridimensionata. Ciò vale, ad esempio, per chi si accorga in ritardo di aver inserito dati incompleti o errati, o per chi abbia tralasciato di comunicare del tutto i propri investimenti immobiliari oltre confine.
Procedure finali e consigli pratici
Per trasformare un’omissione in un’occasione di trasparenza fiscale, è indispensabile procedere con la dichiarazione integrativa, aggiornando il quadro di monitoraggio e, se del caso, inserendo gli importi derivanti da affitti o cessioni.
Una volta chiarita la posizione, occorrerà versare le imposte arretrate, gli interessi e le sanzioni ridotte attraverso il Modello F24, compilando i codici tributo specifici (8911 per il monitoraggio fiscale e 8942 per l’IVIE). Così facendo, si riducono sensibilmente i rischi di futuri accertamenti, garantendo una maggiore sicurezza patrimoniale e la possibilità di godere al meglio dei benefici che possono derivare da un immobile detenuto all’estero.
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