Finanza Notizie Mondo Ritrovati i corpi del miliardario Barry Sherman e di sua moglie. Una vita tra beneficenza e cause legali, è giallo in Canada

Ritrovati i corpi del miliardario Barry Sherman e di sua moglie. Una vita tra beneficenza e cause legali, è giallo in Canada

18 Dicembre 2017 12:27

Scoppia in Canada il caso della morte del miliardario e filantropo Barry Sherman e di sua moglie Honey: i corpi senza vita sono stati rinvenuti nell’abitazione di Toronto dove la coppia viveva, lo scorso venerdì, 15 dicembre.

Inizialmente le autorità investigative si erano limitati a parlare di morti sospette, precisando come fosse troppo presto parlare di un caso di omicidio. Nelle ore successive al rinvenimento dei cadaveri, è stata presa in considerazione anche l’ipotesi di omicidio-suicidio, in attesa dei risultati degli esami autoptici.

Risultati arrivati qualche ora fa, che mostrano come entrambi sarebbero deceduti per strangolamento. 

Barry Sherman era noto anche come il re dei farmaci. Aveva fondato nel 1974 la catena di negozi di medicinali generici Apotex, trasformandola negli anni in un gigante con 11.000 dipendenti in tutto il mondo, inclusi più di 6.000 in Camada.

Filantropo, occupava la 363esima posizione della classifica di Forbes dedicata agli uomini più ricchi del mondo.

Ancora Forbes aveva valutato il suo patrimonio 3,7 miliardi di dollari su base netta, appena al di sopra del miliardario di eBay, Jeffrey Skoll.

Si riteneva fosse il quindicesimo uomo più ricco del Canada, e il 660esimo al mondo. 

Gli Sherman avevano messo recentemente in vendita la loro abitazione per quasi 7 milioni di dollari canadesi (l’equivalente di $5,4 milioni). E’ stato un agente immobiliare a scoprire i corpi nel seminterrato. 

La coppia aveva  ospitato nel 2015 il premier canadese Justin Trudeau per una raccolta fondi a favore del partito liberale. In un comunicato, il premier si è detto “molto rattristato”, insieme a sua moglie, per le morti della coppia, e ha offerto le proprie “condoglianze” alla famiglia.

Sherman aveva fatto donazioni di diversi milioni di dollari a ospedali, scuole, associazioni varie, tanto che diversi sono gli edifici che portano il suo nome:

La famiglia ha diramato un comunicato nella giornata di sabato, 16 dicembre 2017, in cui si legge:

“I nostri genitori condividevano l’entusiasmo per la vita e un impegno verso la loro famiglia e la comunità.  Ciò rende del tutto fuori luogo le indiscrezioni che ci rincresce aver visto circolare tra i media sulle ragioni della loro morte. Siamo scioccati e riteniamo che sia irresponsabile che fonti della polizia abbiano formulato ai media  teorie che né la famiglia, né gli amici e colleghi delle vittime credono possano essere vere. Chiediamo alla polizia di Toronto di condurre una indagine approfondita, serrata e obiettiva, e ci appelliamo ai media perchè si astengano dal diffondere ulteriori motivazioni su queste morti tragiche, fino a quanto le indagini non saranno completate” . FONTE Apotex.

Lo scorso venerdì il detecitive della squadra omicidi di Toronto, Brandon Price, aveva riferito ai giornalisti raccolti al di fuori dell’abitazione della coppia che la polizia “non era in grado di stabilire con certezza, al 100%, se si potesse parlare di reato. Price aveva aggiunto che non erano stati rilevati segni di effrazione, e che al momento non c’era nessun sospettato. 

Sherman, 75 anni, si era dimesso dalla carica di amministratore delegato di Apotex nel 2012, rimanendo presidente esecutivo. 

Rispettato dalla comunità locale e nazionale insieme alla moglie Honey, 70 anni, Sherman aveva tuttavia dovuto far fronte a diverse battaglie legali: non solo da parte dei consumatori, che avevano chiesto che Apotex vendesse farmaci a cifre più basse, ma anche dai membri della sua stessa famiglia, che lamentavano di essere stati tagliati fuori dal business.

Recentemente, la vittima aveva vinto una disputa con alcuni cugini che lo avevano accusato di averli derubati di parte dell’eredità, attraverso la vendita della società Empire Laboratories. I cugini si erano detti pronti a fare ricorso in appello.