Notiziario Notizie Italia Tasse: scatta oggi la prima scadenza, da versare al Fisco 26,5 miliardi

Tasse: scatta oggi la prima scadenza, da versare al Fisco 26,5 miliardi

16 Novembre 2017 11:14

Scatta oggi il primo “tax day” di novembre, un mese notoriamente caratterizzato da un’elevatissima concentrazione di pagamenti molto onerosi a favore dell’Erario. Importi che non hanno eguali nel resto dell’anno: tra l’Iva, le ritenute dei dipendenti e dei collaboratori, l’addizionale regionale e comunale Irpef, le ritenute dei lavoratori autonomi e quelle sui bonifici, il Fisco incasserà 26,5 miliardi. Altri 28,5 miliardi dovranno essere versati entro giovedì 30 novembre. A dirlo è l’ufficio studi della Cgia di Mestre, che sottolinea come ogni italiano, dal neonato all’ultracentenario, pagherà mediamente 8mila euro di imposte e tasse allo Stato, importo che sale a quasi 12mila euro se si considerano anche i contributi previdenziali. “E la serie storica indica che negli ultimi 20 anni le entrate tributarie nelle casse dello Stato sono aumentate di oltre 80 punti percentuali, quasi il doppio dell’inflazione che, nello stesso periodo, è salita del 41 per cento”, ha precisato Paolo Zabeo coordinatore dell’ufficio Studi Cgia.

L’imposta più impegnativa da onorare entro oggi è il versamento dell’Iva che ai lavoratori autonomi e alle imprese costerà 13 miliardi di euro, mentre i collaboratori e i lavoratori dipendenti, attraverso i rispettivi datori di lavoro, daranno al Fisco ritenute per un importo di 10,9 miliardi di euro.
La conferma che in Italia il peso delle tasse è troppo eccessivo emerge anche dal confronto sul “tax freedom day” dei principali paesi Ue. Nel 2016, infatti, in Italia le famiglie e le imprese hanno idealmente terminato di onorare il Fisco il 3 giugno, praticamente dopo 154 giorni di lavoro. Rispetto all’Italia, in Germania la “liberazione” è avvenuta 7 giorni prima (27 maggio), nel Regno Unito hanno festeggiato con 27 giorni di anticipo (7 maggio) e in Spagna quasi un mese prima (6 maggio). Solo in Francia la situazione è peggiore: nel 2016 il giorno di liberazione fiscale è “scoccato” il 24 giugno, 21 giorni dopo quello italiano.