Finanza Notizie Italia Rallentano le richieste di mutui a luglio: l’incertezza frena gli italiani  

Rallentano le richieste di mutui a luglio: l’incertezza frena gli italiani  

6 Agosto 2019 14:45

 

Il clima di incertezza frena le decisioni degli italiani in tema di mutui e prestiti. A luglio c’è stato un rallentamento delle richieste sia per quanto riguarda i mutui sia per i prestiti da parte delle famiglie italiane, rilevando il numero di interrogazioni più contenuto in termini assoluti dall’inizio dell’anno. Se il confronto con il corrispondente mese del 2018 vede una variazione positiva per i prestiti, dovuto anche allo stallo che il comparto aveva fatto segnare rispetto agli anni precedenti, relativamente alle richieste di mutui e surroghe si rileva, invece, un ulteriore calo delL’8%. Dopo alcuni anni, caratterizzati da una crescita sostenuta, al marcato ridimensionamento di surroghe e sostituzioni si accompagna infatti un rallentamento delle richieste di nuovi mutui di acquisto.

E’ questa la tendenza messa in luce nell’ultimo Barometro Crif delle richieste di mutui e prestiti da parte degli italiani, aggiornato a luglio. In particolare, sono le indicazioni che emergono analizzando le interrogazioni registrate su Eurisc, sistema di informazioni creditizie gestito da Crif che raccoglie i dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni.

Commentando questo scenario Crif scrive: “è paradossale che questo rallentamento della domanda di prestiti e mutui avvenga quando il tasso di default (ovvero l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 3 o più rate nell’ultimo anno di rilevazione) del credito al dettaglio (quindi mutui immobiliari e credito al consumo) è ulteriormente sceso arrivando ad attestarsi all’1,7%“. Nello specifico, per i mutui immobiliari il tasso di default si è attestato all’1,3%, addirittura al di sotto del livello pre-crisi.

Di fatto, uno dei fattori in grado di sostenere la propensione a richiedere credito, si legge ancora nel comunicato di Crif, è rappresentato dalla concreta possibilità di vederselo erogato: diventa di conseguenza fondamentale che le informazioni relative all’affidabilità del richiedente e alla sostenibilità del finanziamento rispetto al budget familiare siano disponibili con l’ampiezza necessaria.

“Ogni misura tesa ad ampliare la disponibilità delle informazioni utilizzate da banche e finanziarie per la valutazione della rischiosità e del livello di indebitamento complessivo dei richiedenti credito è utile a sostenere più favorevoli politiche di erogazione del credito a famiglie e imprese – commenta Enrico Lodi, direttore generale di Crif -. Al contrario, la disponibilità di informazioni con una minore profondità induce gli istituti di credito a ridurre la propria attitudine a erogare e a cautelarsi appesantendo le condizioni di offerta praticate. Il risultato è che un più difficile discernimento di probabilità di insolvenza differenti penalizza proprio i pagatori regolari che, è bene sottolinearlo, rappresentano ben oltre il 90% dei soggetti censiti nei SIC”.