Notiziario Notizie Italia Prestiti per l’arrivo di un figlio, 7.000 euro le spese nel primo anno di vita

Prestiti per l’arrivo di un figlio, 7.000 euro le spese nel primo anno di vita

23 Gennaio 2020 11:03

L’Italia è uno dei paesi al mondo con il tasso di natalità più basso e tra le possibili cause di questa situazione ci potrebbero essere anche ragioni di natura economica. Avere un figlio costa, tanto che non è raro che le famiglie italiane debbano chiedere un prestito per sostenere le spese legate alla gravidanza, al nido privato o alla babysitter. E’ ciò che emerge dall’indagine realizzata per Facile.it da mUp Research e Norstat secondo la quale, nel corso degli ultimi 3 anni, circa 210.000 famiglie, ovvero il 13% del campione analizzato, hanno acceso un finanziamento per far quadrare il bilancio familiare.

 

Le spese nei 9 mesi di gravidanza
Secondo quanto emerso dall’indagine, per le sole spese “ordinarie” legate ai 9 mesi di gravidanza – includendo quindi, ad esempio, visite, analisi, farmaci, abbigliamento, culla e tutto il necessario in vista dell’arrivo del bebè – in media si spendono 3.411 euro per il primo il primo figlio e 2.754 euro dal secondo in poi. La prima gravidanza, insomma, pare costare il 24% in più.

Importi sufficienti a mettere in difficoltà molte famiglie se si considera che per la maggior parte, ben il 53% dei rispondenti, risparmi e contributi statali non sono stati sufficienti e pertanto si è fatto ricorso all’aiuto di terzi: nella gran parte dei casi sono stati i nonni a saldare il conto (44%), ma sono molte, circa 125.000, le famiglie che hanno chiesto un prestito già durante i 9 mesi della gravidanza.

E la platea di chi ha fatto ricorso ad un finanziamento potrebbe essere ben più ampia se, oltre a quelle ordinarie, si considerano anche le spese straordinarie e importanti che spesso si affrontano in vista dell’arrivo del figlio; la più ricorrente è l’acquisto di una nuova auto (22%), ma c’è anche chi ha ristrutturato casa (12%), chi ne ha comprata (9%) o affittata (7%) una più grande o comoda.

Il primo anno di vita del bebè
Continuando l’indagine, si scopre che durante il primo anno di vita del bebè i costi sono addirittura più alti e tra pannolini, pappe, vestitini, visite e altri beni, il conto totale arriva, in media, a 3.577 euro per il primo figlio (poco meno, 2.811 euro, dal secondo in poi). Anche in questo caso sono molti, quasi il 40% dei rispondenti, coloro che hanno dichiarato di aver fatto fronte a tali costi ricorrendo a terzi. Ancora una volta, spesso sono stati i nonni o i familiari stretti a sostenere le spese di tasca propria (29%), mentre sono circa 155.000 le famiglie che hanno chiesto un prestito (10%), suddivise tra coloro che si sono rivolte ad un familiare (6%) o a una società di credito (5%).

Nido privato e babysitter
L’emergenza italiana sugli asili nido è cosa nota e i dati emersi dall’indagine confermano il quadro. Se già nel biennio 2016–2017 l’Istat evidenziava come i posti disponibili negli asili nido fossero sufficienti solo per coprire il meno del 25% del potenziale bacino d’utenza, l’indagine ha concluso che nel 2019 meno di 1 famiglia su 3 ha avuto accesso ad una struttura pubblica. Per ovviare a ciò, circa il 40% delle famiglie ha fatto ricorso ad una soluzione a pagamento; il 32% ha iscritto il figlio ad un nido privato, il 13% ha scelto una babysitter per accudire i piccoli in assenza dei genitori.

Considerevoli i costi: per il nido privato nel 2019 gli italiani hanno speso, in media, 531 euro al mese. Gli importi variano sensibilmente lungo lo Stivale, in una forbice compresa tra i 639 euro mensili rilevati nelle regioni del Nord Ovest e i 430 euro/mese nel Meridione. Per far fronte a queste spese l’8,5% degli intervistati, pari ad oltre 41mila famiglie, ha chiesto un prestito a familiari o società di credito; percentuale che raggiunge il 15% nelle regioni del Nord ovest, dove i costi sono nettamente più alti. Di poco inferiore la spesa affrontata da chi ha scelto la babysitter. Nel 2019 le famiglie italiane che hanno utilizzato questo servizio hanno pagato, in media, 464 euro al mese.