Finanza Notizie Italia Pop Bari, Gualtieri: ‘crisi conferma necessità rilancio Sud’. Ma che succederà ad azionisti e obbligazionisti?

Pop Bari, Gualtieri: ‘crisi conferma necessità rilancio Sud’. Ma che succederà ad azionisti e obbligazionisti?

10 Gennaio 2020 12:11

Il Sud, spina nel fianco del sistema bancario italiano. Caratterizzate da una debolezza strutturale, le banche italiane del Mezzogiorno faticano a fare il loro lavoro di erogatori di liquidità a favore delle imprese e delle famiglie. Da tutto ciò emerge un quadro desolante, che frena lo sviluppo dell’economia.

Di questo e altro ha parlato oggi in Commissione Finanze della Camera dei deputati il ministro dell’economia Roberto Gualtieri.

All’ordine del giorno sempre, così come ieri, il decreto che il governo M5S-PD ha varato per mettere in sicurezza Popolare di Bari, banca commissariata lo scorso 13 dicembre 2019 da Bankitalia. Il decreto porta il nome di “Misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento”.

Un decreto dunque di ampio respiro, che, iniziando dalla Banca Popolare di Bari, presta attenzione anche alle piccole banche del Sud, particolarmente fragili. Già ieri, in audizione, la vice direttrice di Bankitalia Alessandra Perrazzelli aveva detto chiaramente che “la crisi degli intermediari più fragili, per le ridotte dimensioni o per l’incapacità di adeguare il modello di business, è un rischio concreto”.

Perrazzelli aveva continuato auspicando interventi che potessero affrontare l’intera questione del Mezzogiorno:

“Occorre evitare che l’uscita dal mercato di queste banche avvenga in modo traumatico. Non è una sfida semplice. Intermediari con queste caratteristiche si trovano su tutto il territorio nazionale ma il Mezzogiorno risente di situazioni, anche di contesto, particolarmente critiche. E’ dunque importante che gli strumenti previsti dal decreto vengano sfruttati appieno, al fine di assicurare la salvaguardia di una parte importante dell’infrastruttura finanziaria del Meridione e favorire il finanziamento di famiglie e delle imprese che vi risiedono”.

GUALTIERI: SI A BANCA CHE SOSTENGA CRESCITA IMPRESE MEZZOGIORNO

Oggi Gualtieri ha confermato la necessità di partire dalla Popolare di Bari per affrontare quella del Sud in generale:

“La crisi della Banca Popolare di Bari ha confermato ancora una volta necessità di delineare con sollecitudine interventi sul rilancio del Sud Italia”. Su questa esigenza si “inquadra il decreto per la dotazione di una banca a proprietà pubblica che operi a condizioni di mercato e capace, anche tramite aggregazioni, di sostenere la crescita delle imprese del Mezzogiorno e ridurre così il divario del Sud”.

Gualtieri, che ha definito fondamentale la trasformazione di Popolare di Bari in una società per azioni, e che ha parlato di un rilancio dell’istituto entro la metà dell’anno, ha affrontato anche la questione degli azionisti e obbligazionisti della banca.

Sugli azionisti “l’auspicio è che il Fondo interbancario possa considerare forme di incentivo, coniugate a strumenti di composizione delle controversie in materia di misselling”. In ogni caso, la trasformazione in società per azioni e l’ingresso di Mcc e del Fitd con l’operazione di ricapitalizzazione, ha sottolineato il ministro, avranno “effetti di rilievo sia sul valore che sulle dimensioni della partecipazione degli attuali azionisti”.

Così Lavoce.info scriveva sui soci della popolare, a metà dicembre: “L’85 per cento dei soci sono clienti della banca residenti al Sud e la stragrande maggioranza (60 mila su 70 mila) sono divenuti soci dopo il 2000, a seguito di diversi aumenti di capitale, ovviamente autorizzati dalle autorità di vigilanza. La perdita per loro dovrebbe aggirarsi intorno a non meno di 1 miliardo tenendo conto che a giugno dal 2017, data di inizio del tracollo, il prezzo delle azioni (circa 163 milioni) quotate sul sistema multilaterale di negoziazione Hi-Mtf è progressivamente scivolato da 7,5 a 2,3 euro con l’ultima quotazione del 4 dicembre. Tuttavia quello era solo un valore virtuale giacché gli scambi a quel prezzo erano sostanzialmente nulli e dopo l’eventuale aumento di capitale la quotazione sarà con ogni probabilità molto più bassa”.

CAPITOLO OBBLIGAZIONISTI

Riguardo agli obbligazionisti, il ministro ha rassicurato sul fatto che gli interventi già effettuati hanno “messo in sicurezza depositanti e titolari di obbligaziono, anche subordinate”.

Ma possono stare davvero tranquilli i detentori dei bond subordinati? L’attenzione è sui bond subordinati che sono stati emessi per un ammontare totale di 213 milioni di euro, a scadenza nel 2021. Emessi per appena 6 euro, i bond pagano un interesse annuo del 6,5%. Da ricordare che, in base alla normativa sulle risoluzioni bancarie, le obbligazioni subordinate sono tra le prime a dover assorbire le perdite, venendo convertite in capitale per ovviare alle carenze di capitale della banca interessata. E di capitale, Popolare di Bari ne ha sicuramente bisogno.

Ieri è stato lo stesso numero uno della Consob, Paolo Savona, a dire che Popolare di Bari presenta un buco da 750 milioni  provocato dalla perdita del capitale residuo e dalla necessità di rimborsare i bond subordinati. Il patrimonio netto della Popolare di Bari “al 30 giugno era pari a 442 milioni di euro” e “si deve presumere che, a seguito delle perdite, questo capitale sia perso”. Riguardo alle “obbligazioni subordinate”, aveva sottolineato Savona, queste hanno un valore di “291 milioni di euro. Le altre sono state già rimborsate. Quindi rimangono circa 750 milioni di euro da affrontare”.

A tal proposito Federconsumatori ha emesso una nota:

“E’ necessario prevedere subito forme di indennizzo per i risparmiatori. Federconsumatori pronta a costituirsi parte civile nel processo contro i vertici dell’istituto. Nei giorni scorsi abbiamo preso parte a un’audizione alla Commissione Finanze della Camera sulla vicenda della Banca Popolare di Bari, sulla quale siamo impegnati a tutela di risparmiatori e investitori da molti anni. Abbiamo condiviso le misure contenute nel decreto, precisando che bisogna salvare la banca, che non può essere però trasformata in una banca di investimenti. Va invece rafforzato e potenziato l’impegno del Mediocredito per una efficace funzione di banca di investimento per il Mezzogiorno. Ci auguriamo che tali operazioni rappresentino il primo segnale di una mutata politica verso le regioni del Sud, che rischiano il collasso alla luce della crisi di un gruppo bancario così radicato e rilevante nel territorio. In questo contesto è indispensabile prevedere, prima di tutto, forme di indennizzo per gli azionisti e gli obbligazionisti. Inoltre è urgente predisporre un incremento degli elementi di vigilanza per far sì che si adottino in via preventiva misure adeguate in caso di acquisizione o partecipazione azionaria di altri istituti. Sarebbe ipocrita, oltre che cieco, pensare che l’acquisizione nel 2014 del controllo di Banca Tercas non abbia inciso in maniera determinante sull’attuale condizione della Banca Popolare di Bari. Nelle prossime settimane Federconsumatori realizzerà un’iniziativa a Bari, per informare i risparmiatori sui propri diritti e sulle prossime mosse da mettere in campo per tutelare i propri diritti e i propri risparmi. I nostri legali stanno valutando, inoltre, la costituzione di parte civile nel procedimento nei confronti degli amministratori per la mancata trasparenza e la cattiva gestione dell’istituto”.