Notiziario Notizie Italia Ocse: il reddito delle famiglie cresce ma non in Italia e Francia. UNC: occorre adeguare stipendi all’inflazione

Ocse: il reddito delle famiglie cresce ma non in Italia e Francia. UNC: occorre adeguare stipendi all’inflazione

20 Agosto 2018 16:10

redditi
Il reddito delle famiglie cresce nei paesi dell’area Ocse tranne che in Italia e Francia. E’ ciò che emerge dallo studio condotto dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e pubblicato oggi. Il reddito familiare è un indicatore chiave delle condizioni materiali dei cittadini, in quanto misura il benessere economico al netto delle imposte e dei contributi sociali, fornendo un quadro migliore rispetto al Prodotto interno lordo (Pil) pro-capite.

Nel primo trimestre di quest’anno il reddito reale delle famiglie è cresciuto in media dello 0,7% nell’area Ocse, accelerando dal trimestre precedente quando si era registrato un +0,4% e facendo meglio del Pil reale pro-capite, la cui crescita è rallentata allo 0,4% (dallo 0,5% nel quarto trimestre del 2017).
L’accelerazione però non è stata omogenea in tutti i paesi. Se gli Stati Uniti e la Germania hanno assistito a una crescita più elevata dei redditi familiari(+0,9%), in Francia e Italia è emersa invece una contrazione, rispettivamente dello 0,6% e 0,2%. In media nell’Unione europea si è registrata una flessione dello 0,1%, mentre nella sola area euro la crescita è rallentata ma è stata comunque positiva con un +0,1%. In Gran Bretagna i redditi delle famiglie sono saliti dello 0,2%, sotto la media dell’area Ocse.

UNC: occorre ripristinare scala mobile all’inflazione programmata
“Non è possibile che tutto, dalle multe per le violazioni al Codice della Strada alle tariffe dell’acqua, sia adeguato all’inflazione, tranne gli stipendi”, denuncia l’Unione Nazionale Consumatori (UNC) a seguito della pubblicazione dei dati, suggerendo il ripristino dei meccanismi automatici di adeguamento della busta paga all’aumento del costo della vita, come la scala mobile all’inflazione programmata. “Dopo i rinnovi contrattuali e la fine del blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici, fermi dal 2010, l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è aumentato del 2% su base annua, del 4,1% per quelli della pubblica amministrazione, ma siamo ben lontani dall’aver recuperato quanto i lavoratori hanno perso in questi anni di crisi e di mancati rinnovi, come attestano i dati di oggi dell’Ocse” ha sottolineato.