Lavoro: 1 impresa su 3 in difficoltà a trovare personale qualificato

Nonostante un tasso di disoccupazione al 9,8% in Italia e addirittura al 28,9% tra i giovani, le imprese continuano a trovare molte difficoltà nel reperire personale, in particolar modo nel Nordest. E’ ciò che emerge dall’ultima ricerca effettuata dall’ufficio studi della CGIA, secondo cui il 32,8% delle assunzioni previste sono di difficile reperimento a causa dell’impreparazione dei candidati o, addirittura, per la mancanza degli stessi.
Su poco meno di 500 mila assunzioni previste a gennaio di quest’anno, il 32,8 per cento degli imprenditori intervistati ha segnalato che, probabilmente, troverà molte difficoltà a “coprire” questi posti di lavoro, di cui il 15,7 per cento a causa della mancanza di candidati e un altro 13,8 per cento per la scarsa preparazione. “Se per gli imprenditori le difficoltà di reperimento sono strutturali a causa anche dello scollamento che in alcune aree del Paese si è creato tra la scuola e il mondo del lavoro, le figure ricercate, invece, sono profili che spesso i nostri giovani rifiutano e solo in parte vengono coperti dagli stranieri”, sottolinea il coordinatore dell’ufficio studi, Paolo Zabeo.
A livello provinciale le situazioni più problematiche emergono nell’area NordEst del paese. Se nella provincia di Gorizia il personale di difficile reperimento incide addirittura per il 48% sul numero delle assunzioni previste, a Trieste è il 45,5, a Vicenza il 45, a Pordenone il 44, a Reggio Emilia il 43, a Treviso il 42 e a Piacenza il 40,5. Le figure professionali maggiormente richieste al Nord e che la domanda non riesce a soddisfare sono i tecnici informatici, gli addetti alla vendita e gli esperti in marketing, i progettisti, gli ingegneri, i cuochi, i camerieri, gli operai metalmeccanici ed elettromeccanici.
Sebbene al Sud la difficoltà di “coprire” le opportunità lavorative offerte dalle aziende è ovviamente inferiore a quella presente nel Centro-Nord, la percentuale media di difficile reperimento è comunque al 27,5%. Analizzando l’elenco delle professioni di difficile reperimento, emerge che in tutte le principali province del Sud (Bari, Catania, Caserta, Foggia, Lecce, Messina, Napoli, Palermo e Salerno), le imprese faticano a trovare sul mercato cuochi, camerieri, altre professioni dei servizi turistici e, in particolar modo, conduttori di mezzi di trasporto, ovvero gli autotrasportatori.
Il mercato del lavoro in Italia presenta, secondo gli esperti della CGIA, un grande paradosso che non è riscontrabile tra le maggiori economie d’Europa. Pur avendo un numero di diplomati e di laureati tra i più bassi di tutti i paesi Ue, gli occupati sovraistruiti presenti in Italia sono poco meno di 6 milioni, il 24% degli occupati totali e il 35% degli occupati diplomati e laureati. Negli ultimi anni questo fenomeno è aumentato per due principali ragioni:
1) pur di lavorare molte persone hanno accettato una occupazione meno qualificata del titolo di studio conseguito;
2) “mismatch” (disallineamento) esistente tra le competenze
Questa specificità provoca un forte disinteresse e una scarsa motivazione per il proprio lavoro che ha delle ricadute molto negative sulla produttività del sistema economico.