Finanza Bonus anziani 2026: ecco cosa cambia

Bonus anziani 2026: ecco cosa cambia

La prestazione universale per anziani cambia: soglia ISEE a 12.000 euro dal 2026, ma il taglio ai fondi rischia di limitarne l'efficacia.

12 Novembre 2025 11:33

Negli ultimi mesi, diversi analisti hanno sollevato numerosi interrogativi sulla reale efficacia della prestazione universale per anziani, anche detto Bonus Anziani, introdotta nel 2025 con l’obiettivo di offrire un sostegno concreto alla popolazione ultrasettantenne in difficoltà. Dapprima considerata un’iniziativa innovativa, questa misura prevede un sussidio mensile di 850 euro che si somma alla indennità di accompagnamento, arrivando a circa 1.380 euro complessivi. Tuttavia, i risultati finora ottenuti non rispecchiano affatto le aspettative: appena 2.000 beneficiari sui 25.000 previsti. A rendere ancor più complessa la situazione è la soglia di ISEE fissata originariamente a 6.000 euro, ritenuta troppo bassa sia dai destinatari sia dagli enti territoriali. Il numero di domande pervenute entro settembre 2025 è rimasto al di sotto delle 5.000, con un tasso di accoglimento del 41%, segnalando una realtà lontana dall’aspirazione di una copertura capillare e puntuale.

Adeguamenti e risorse limitate

Di fronte al quadro poco incoraggiante, il Governo italiano ha proposto di innalzare la soglia ISEE a 12.000 euro dal gennaio 2026, nella speranza di ampliare il bacino dei potenziali beneficiari. Questa mossa, pur essendo percepita come un passo avanti per includere una platea più ampia di persone in condizioni economiche precarie, si scontra con la realtà delle risorse limitate. Infatti, il Ministero del Lavoro ha già ventilato una riduzione dei fondi destinati proprio al 2026, ponendo un interrogativo sulle prospettive di sostenibilità del progetto. Tale contraddizione tra volontà di espansione della misura e tagli finanziari potrebbe indebolire ulteriormente la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, costringendo a un rapido ripensamento di ruoli e priorità.

Struttura del sussidio anziani e sperimentazione

La natura del sussidio per gli anziani, supplementare alla indennità di accompagnamento, è stata inizialmente concepita come uno strumento ponte tra assistenza domiciliare e cure residenziali, indirizzato a coloro che vivono in contesti poco tutelati. Ciononostante, la sperimentazione rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2026, data entro cui verranno effettuate ulteriori valutazioni in merito alla reale portata del provvedimento. Qualora i risultati continuassero a rimanere al di sotto degli obiettivi prestabiliti, difficilmente il piano di assistenza sarà reso strutturale. Inoltre, secondo le stime governative, per rendere universale il sostegno sarebbe necessario uno stanziamento di oltre 13 miliardi annui, cifra non contemplata nel bilancio statale attuale.

Prospettive future e copertura universalistica

La volontà di incentivare l’assistenza a domicilio, soprattutto in un Paese dall’età media sempre più elevata, rende evidente la necessità di un ripensamento dell’intero sistema del welfare. Se da un lato è positivo che le autorità abbiano deciso di ritoccare la soglia di ISEE, dall’altro appare urgente ricalibrare il bilancio statale affinché possa sostenere una vera espansione della copertura universalistica alle fasce sociali più vulnerabili. Il successo effettivo del progetto dipenderà dunque dalla volontà politica di non lasciare in sospeso i nodi cruciali, bilanciando le risorse e le esigenze di un crescente numero di anziani in condizioni di fragilità economica e sanitaria.

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