Fmi, pensioni: in Italia spesa troppo alta, riforma Fornero non basta. Taglio tredicesime in questi casi
La spesa pensionistica, in Italia, è troppo alta, e neanche la riforma Fornero è capace di tamponare la sua crescita continua. E’ quanto avverte il Fondo Monetario Internazionale, nel working paper dal titolo “Italy: Toward a Growth-Friendly Fiscal Reform”, il cui contenuto è stato riportato dall’agenzia Reuters.
In un contesto in cui i partiti usciti vincitori dalle elezioni politiche dello scorso 4 marzo faticano a trovare un accordo per la formazione di un governo, l’Fmi torna a bacchettare l’Italia sul fronte delle pensioni, facendo notare come le spese relative siano, a un livello pari al 16% del Pil, le seconde più elevate in Europa dopo quelle della Grecia.
L’Fmi auspica alcuni interventi, come: tagliare le pensioni che vengono calcolate con il metodo retribuitivo e misto, alzare il basso livello di contributi che vengono versati dai lavoratori autonomi e diminuire i criteri di concessione delle pensioni di reversibilità.
Sul taglio delle pensioni, in particolare, viene suggerito di tagliare la tredicesima a quelle pensioni che sono calcolate con il sistema retributivo e fare in modo che il ricalcolo avvenga attraverso un sistema meno “generoso”.
Viene criticata la quattrordicesima mensilità per le pensioni più basse: secondo il Fondo Monetario Internazionale, sarebbe meglio adottare strumenti universali che contrastino la povertà.
Sulle pensioni di reversibilità, si consiglia di stabilire una età minima, in modo che il coniuge rimasto vedovo possa beneficiarne, così escludendo altri componenti della famiglia (a parte l’orfano).
Sul fronte dei contributi previdenziali l’analisi mette in evidenza la differenza eccessiva tra i contributi versati dai lavoratori dipendenti (al 33% del salario) e quelli versati dagli autonomi e chiede un intervento per aumentare l’aliquota degli autonomi ad almeno il 27% dall’attuale 24%.
Lo studio afferma tra l’altro che l’outlook sulla spesa pensionistica dell’Italia è basato su ipotesi relative alla crescita del Pil e dell’occupazione improntate a un ottimismo eccessivo. Per esempio, viene fatto notare che l’outlook sulla crescita del Pil supera quello del Pil potenziale.
Da segnalare comunque che l’analisi, condotta dagli economisti Michal Andrle, Shafik Hebous, Alvar Kangur e Mehdi Raissi, non riflette la posizione ufficiale dell’Fmi.
Lo studio è quanto mai attuale, se si considera che la riforma Fornero, e in particolare la sua eliminazione, è stata tra i temi più dibattuti nella campagna elettorale precedente il voto del 4 marzo. La sua rottamazione è stata tra i principali cavalli di battaglia del centrodestra.